ALTRO TEMPO
La sera piovosa. La notte. L’acqua che si infrange sul lampione della strada. Il rumore delle macchine che passano. L’anima che avverte il peso della tristezza. Il ricordo di quello che era stato. Momenti. Frammenti. Passato. Il presente di solitudine.
Il rumore in sottofondo di una televisione accesa per coprire il silenzio assoluto. Non più grida di bimbi. Lamenti di amori negati. Paura per esami futuri. Il cammino ormai si avvia verso il nulla.
Tutto trascorre lento. Ma comunque scorre. La sua memoria ricorda con precisione ogni momento di quello che era. I giorni si susseguono uguali. Solo il tempo tende a variare. Fuori dalla finestra. Al di là dei vetri. Gli alberi verdi diventano gialli e perdono le loro foglie. I fiori cadono strappati dai venti invernali. Il sole torna a scaldare le strade.
Finalmente il rumore di un campanello. Una porta che si apre. Delle voci vicine.
Rumore di vita.
«Come sta oggi?»
«È silenzioso, non ha voglia di parlare. Sta dietro la finestra a guardare la pioggia.»
Un viso si affaccia alla porta della sua camera. Lineamenti noti. Assomigliano ai suoi. Si ricorda dei suoi vagiti. Le sue gambe che si muovono all’aria.
«Ciao papà come stai oggi?»
«In silenzio, non mi lamento, quindi sto bene.»
«Silvia dice che stai dietro la finestra a guardare la pioggia. Posso guardarla insieme a te?»
Entrambi, dietro i vetri, guardano le macchine passare. Polvere di acqua si alza dalle loro ruote. Il fruscio è continuo. Racconta di un mondo differente, dove la saggezza è ascoltata e rispettata.
Tutto cambia e tutto è diverso.
I capelli diventano bianchi. Le mani rugose. La pelle perde la sua elasticità. Le ossa fanno male e le articolazioni rallentano l’andatura. La mente però spesso resta lucida. I ricordi ancora più vividi. E, insieme ad essi, il dolore per quello che è passato.
«Sono un vecchio brontolone. Silvia è una brava infermiera. Ma mi manca la vita. Sto qui aspettando solo la morte. »
«Sei importante per me. So che ci sei. Fai parte della mia vita, delle mie radici.»
«Ci sarò sempre anche quando sarò polvere nel vento. »
«Hai ragione.»
Un senso di angoscia profonda. Sa che è finito tutto. Le infinite possibilità aperte dalla nascita si sono concluse. Il bilancio è quello. Positivo? A che serve giudicarlo? È.
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