Si tratta di una raccolta di ventiquattro racconti, pubblicati e tradotti dallo yiddish in inglese da Saul Bellow nel 1957, dopo l'uscita del celeberrimo “La famiglia Moskat”.
Le storie sono quasi esclusivamente ambientate in Polonia, nella sua Polonia, dove visse sino a trentanni, a cui si sarebbe costantemente ispirato nelle sue opere.
É lo spaccato di questa umanità ebraica povera dei piccoli villaggi, delle loro credenze, miti e leggende.
Non esiste una mitizzazione degli individui, sono visti nudi con le loro meschinità, bassezze, come tutto il genere umano.
É un mondo popolato da figure fiabesche, ma non troppo, demoni, lupi mannari e, onnipresente nella sua veste di studioso e di capo della comunità, il rabbino.
La scrittura è trascinante, bellissima, quella di un grandissimo scrittore.
Dopo questi racconti Henry Miller scrisse: “Che mondo meraviglioso, terribile, splendido. Dio benedica Singer! Non si sa bene da dove cominciare: se cantare, danzare o gridare”.
Segnalo particolarmente fra i racconti:
“I piccoli ciabattini” dove i figli del ciabattino emigrano negli USA dove alla fine l'anziano padre li raggiungerà;
“Solo” storia di un uomo che si trova solo ovunque, in paese che non è il suo;
“Esther Kreindel seconda” metamorfosi kafkiana di una moglie;
“Yentl, lo studente della yeshivà” storia al femminile di grande amore, da cui trasse il famoso film “Yentl” Barbra Streisand.
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