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Dal gran libro delle fiabe

di Salvatore Pizzo
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Pubblicato il 23/04/2017 20:30:16

"C'era una volta..." in genere così

si comincia all'orecchio del bimbo

snocciolando favola a che cali palpebra

il sonno conciliando col fantastico.

"C'era una volta..." ti sto narrando

bimba al ruolo ribelle: favola tra le

fiabe la più bella del reame degli

scacchi liquidi viventi.

Già sapevo di te e ti aspettavo regina

pronto ad accoglierti tra gli stracci

di luce, magia del"C'era una volta..."

per dirti ch'è disdicevole lo stallo

da sotto le coltri, con il naso alla pagina

a giocarci l'amore, amanti

gli schemi seguendo dal gran libro

delle favole. Descritta in esso

è facile la minaccia del libeccio:

innalza un cavallone riccio

sulla cresta schiaffandoci il naufrago

illudendolo che sia questo lo stallo

eterno"C'era una volta..."ma sai anche tu

ch'è momentaneo, vero?

Ti dico: sai? Duole che ci sia solo

bianco e nero nel sentirselo dire

e buchi sulle suole di un pedone

sulla scacchiera di corallo.

Ove era inciso il tuo nome ho letto

di te, regina dalle braccia di sabbia

cingenti marea. E che la mia bambina

saresti stata: donna e bambina, curiosità

espungente fascinosa, follia

che il vento non disperde

troppo intento coi marosi nel disimpegnarli

per gioco muovendoli incontro alle torri 

delle nuvole, sibilando all'arrocco per darti scacco

mia regina. Tu che giochi con i lacci, le spalline

lasciando cadere, abbacinandomi

nudità. Io pedone che vorrebbe

assimilarsi all'oscuro richiamo

facentesi vento: chiama

e richiama per onde che appaiono

quasi d'una campana eco bronzea

riportandone ch'è l'ora

di scorrere all'orizzonte liberi

e senza rimandi o comandi. Bensì il nuovo.

Di quel mai udito di cui è sì forte il bisogno

come per l'affamato il pane, per l'assetato l'acqua

... Certo avresti preferito di Biancaneve la

fiaba. Ma sono io il principe

Azzurro della Bella addormentata

nel bosco atro dei sogni: orsù

dovrai ridestarti al mio bacio.

Il pubblico bambino se lo aspetta

fai finta di dormire felice

sul tuo letto guarnita di rose nella teca

adesso.

Poi ci sarà tempo

a partire dagli sbreghi sui jeans

a che s'allarghi lo sconforto sul viso

sorriso mesto tagliuzzato di noi

che riallacci le spalline. Rivestita

non rinunciando all'abbraccio

ristagno lasci di te sul palato. Sai

di melograno rosso rubino generoso

del succo di"C'era una volta..."

dal gran libro delle favole

dei tristi addii

amorali.

 

 


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