Pubblicato il 15/04/2017 12:31:41
Come farfalla librarmi nell'aria fare boccacce ad un ape operaia rider beffarda della sua fatica mentre festosa mi godo la vita e nel lasciarla al duro travagliare dal vento dolce mi faccio cullare cercando prati fioriti giardini fresco riparo alle fronde dei pini.
Ma sul più bello del vacuo vagare forte il grecale s’insinua dal mare mi sposta le ali su nuovi binari porta in città occhi finora ignari della tristezza che cova nel mondo di questa vita che ha il grigio per sfondo con le finestre serrate da grate con dal traffico le strade ingorgate e mi ritrovo bloccata in prigione la libertà che muta in costrizione.
Una folata mi trascina in piazza tra grida e gente irata che stramazza fra le bandiere e fra rossi striscioni tra i manifesti e le contestazioni la spiritromba mi vibra al richiamo dei battiti martellanti di mano bocche indignate gridano vergogna altre incazzate invocano la gogna e la tensione sale a dismisura le bombolette imbrattano le mura gridan proiettili il loro terrore le vie dipinte a manganelli e a orrore.
Io che inseguivo il dolce far niente sbrinando le ali nel sole splendente colpita cado stramazzata a terra un lepidottero caduto in guerra.
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