Discendo poco a poco nel ricordo,
che la luce scopre a balzi, come ora,
sulle nostre ginocchia separate,
quando è raro sentirti respirare.
È una mandorla la macchia sul destino,
e l’unica che veglia senza lume,
che resiste alla spinta verso l’alto,
danzando fedele alle sue leggi.
Un lieve salmo ti protegge il cuore
-anche se a stento so che te ne accorgi-
per come tace dove va morendo al niente.
Levando nuova luce sopra il viso
vedremo insieme compiersi, in un angolo,
l’anello primigenio, il nostro fiore,
congiungere la notte col suo latte,
risorto sulla creta dei sentieri
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