Pubblicato il 12/04/2017 16:14:48
dalla rivista Amado Mio
ARRIVARE AL PUNTO
I
Accerchia il silenzio la parola in un gioco di specchi indicibile abbraccio di lontani parenti ritrovati obbligati a tracciare confini ogni volta da varcare.
II
Il silenzio è una parola, non c’è che dire, lascia il segno muove le viscere e indica una direzione tutto sta nel viaggio perché niente è senza il vuoto.
III
Aprirsi, aprire la porta oltre il vuoto per svuotare le stanze dall’aria stantia lasciare dentro crescere il mormorio d’una marea che sale e sale ancora ignota, ma pulita.
IV
La maschera delle parole salva il respiro dall’abisso del silenzio ma il prezzo è alto e la promessa dell’attesa brucia i giorni nell’eremo del mondo vagare solitari è un privilegio raro e duro, per pochi coraggiosi viaggiatori.
V
Disegna il mondo la parola e cammina senza voce inseguendo occhi e orecchie in attesa d’essere colta rosa luminosa un attimo prima d’appassire.
VI
Dormono le ferite nelle stanze buie dei pensieri altre restano sui bordi della pelle e la parola si affanna nei traffici del giorno nell’illusorio via vai d’una cura galleggiano lettere in processione sul mare bianco stretto tra le mani piccoli angeli giunti in soccorso.
VII
Si mescolano le lingue nelle correnti nel mare eppure non si parlano assediate dai muri le segrete radici, zavorre del tempo, i morti nel caos delle voci sono briciole di pane i gesti sospesi, gli sguardi abbozzati, le risate improvvise zattere dove aggrapparsi per non affondare.
VIII
Arrivare al punto di non ritorno dove finisce il mondo dove ricomincia la vita nascosta e restare muti e vuoti sdraiati sul fondo feroce d’un lucido silenzio.
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