Pubblicato il 27/04/2008
Le parole che non ho scritto sono a Venezia nascoste nelle calli tra il muschio dei mattoni. Dopo Mestre il treno galleggia ed il salmastro allaga i vagoni. La città sognata appare sospesa e punta i campanili verso il cielo. Lunghe dita s'alzano dalla laguna a ricordare che Venezia non è di questo mondo. Finalmente tocco questa terra improbabile e il corpo sostiene un'anima liberata. Non un indirizzo, né una meta il cuore batte veloce affamato di emozioni. E mi vesto di pagine bianche aspettando la notte eccitato come il volo basso delle rondini.
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