Pubblicato il 11/05/2008
"Pazzesco" disse *il Sindaco di Verona*, mentre con l'avvocato preparava il suo processo per istigazione all'odio razziale.
"Inconcepibile" disse *il Sindaco di Firenze*, mentre toglieva a forza dal marciapiede un'ingombrante seduta a chiedere l'elemosina.
"Esecrabile" disse *il Sindaco di Milano* mentre guidava le ruspe contro un accampamento rom, accompagnata dall'architetto che le sottoponeva una variante al piano regolatore.
"Incredibile" disse *il Sindaco di Bologna*, mentre dotava i vigili urbani di spray al peperoncino e di bastoni distanzianti.
"Allucinante" disse *il Sindaco di Roma*, mentre firmava fogli di espulsione per l'ennesimo gruppo di senza fissa dimora.
"Inaccettabile" disse *il massimo esponente dello schieramento a se stesso avverso*, mentre chiedeva l'espulsione di tutti i rom dalla sua ex città cinematografica. " Dura condanna" disse *il Presidente della Regione Veneto*, mentre riconoscente distribuiva incarichi ai rampolli della curva sud dell'Hellas Stadium.
"Immondo" disse *il Sindaco di Padova*, mentre armato di cazzuola alzava il muro che separava due quartieri.
"Chi l'avrebbe mai detto?" *dissero in coro* le ronde padane, i volontari civici, i soci dell'associazione carabinieri in pensione, i city angels, i vigilantes contro la prostituzione, i cittadini contro il degrado, affollando le notti per garantire che di notte non ci sia in giro nessuno.
Alta sui naufragi dai belvedere delle torri china e distante sugli elementi del disastro dalle cose che accadono al disopra delle parole celebrative del nulla lungo un facile vento di sazietà di impunità sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso a guidare la colonna di dolore e di fumo che lascia le infinite battaglie al calar della sera la maggioranza sta la maggioranza sta recitando un rosario di ambizioni meschine di millenarie paure di inesauribili astuzie coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie la maggioranza sta come una malattia come una sfortuna come un'anestesia come un'abitudine per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli con improbabili nomi di cantanti di tango in un vasto programma di eternità ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti come una svista come un'anomalia come una distrazione come un dovere
"Smisurata preghiera" (di Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati)
da http://temi.repubblica.it/micromega-online/
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