Assimilo nel buio la tua luce,
te la offro come cibo,
ripetendo: io-te,
il desiderio di contatto,
di pulviscolo, uno sguardo,
dove siamo rimasti
senza braccia-
Se avessi tolto prima la cornice
ti sarebbe apparsa nel perimetro la tela
con il colore originale dello sfondo,
il rosso carapace della cocciniglia,
dove tutto si trasforma e viene fuori
lo splendore della vista, nel ritratto
di ceneri e silenzi, fioriture,
una stradina verde per l’anticipo del vento,
l’adagiarsi di ogni lembo, e solo dopo
l'arrivo delle mani, dappertutto,
il lungo viaggio delle voci
avanzate di ritorno, le scoperte,
gli accostamenti alle pareti,
le praterie, il tuo volto,
nella stanza dei tesori -
gemelli muti con l’addome magro
addormentati sul volume di preghiere.
Appena fuori i nostri corpi
la sera è l’abbozzo
di un’ala che cresce,
braccia,
alla luce di domani.
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