Il medico ideale
Secondo una concezione che parte da Galeno e giunge sino ai nostri giorni, la figura di medico dovrebbe possedere queste qualità:
Medicus amicus, medicus gratiosus e medicus philosophus.
Anzitutto, gentilezza.
Non c'è cura, cura dell'anima e cura del corpo se non è "intessuta" (Borgna) di gentilezze e saggezza.
Poi, le parole.
Il medico deve scegliere le parole. Parole capaci di fare del bene, di essere portatrici di cura e benessere. Le parole, soprattutto in medicina e psichiatria, possono salvare o danneggiare una persona, portare la speranza o il dolore.
Le parole infelici possono causare ferite che "sanguinano".
Chi cura l'anima o il corpo di un soggetto deve saper interpretare le sue attese, i suoi bisogni, le sue esigenze.
E mai dimostrare impazienza, nervosismo, aggressività, noncuranza, indifferenza e disattenzione.
Evitare assolutamente di smarrire il senso della dignità umana, della solidarietà e dell'empatia.
La forza del medico, d'accordo con Tolstoj, consiste nel rispondere alla "perenne richiesta" di conforto e comprensione, e nel saper infondere speranza.
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