Pubblicato il 06/05/2010 22:28:44
Un solo primo grado di coscienza -in stato semi-vigile distorto- e non so già più condurre i miei pensieri nei luoghi del conforto -nasconderli lontano- nei rifugi domestici ben noti della noia -dove tutto torna- come in un mare piatto o come un’onda lenta -una placida risacca- Traballano senza trovare casa -né ragione- e in nessuna cosa trovano equilibrio e appartenenza. Del resto non c’è messa a fuoco, in questa visione a mezzo tondo: è difettoso quest’occhio che dilata la pupilla mentre la palpebra pesante abbassa la serranda in una chiusura anticipata. Non c’è grandangolo che tenga -se manca il treppiede- e così seguito a girare calandomi una benda -sull’occhio buono- quello che in tempi differenti rubava immagini ai tramonti fissandole con cura tra le pagine di un diario -quello di bordo- per sfogliare i momenti e colorare gli orizzonti.
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