Quello che siamo stati è
risultanza da cantiere,
polverume asciutto ed urticante
che, ammassandosi, infastidisce
i gatti e fa le suole parlantine.
Quello che siamo stati
è rimasuglio, cordoglio,
scarto, un disordine di spiagge
miste a rovi, la perizia con cui
alla vividezza di un trancio di
carne e rosso, viene spurgata
la bianca, grassa bordatura
con la smorfia di un difetto,
di una disabilità immangiabile.
Quello che siamo stati,
sarà scritto dovunque non potrà
essere letto: un'affissione simpatica,
allegra quanto un codice indecifrabile,
abracadabra luciferino, accoppiata
di formule e divari.
Quattro gambe che insieme dovevano,
se non fosse stato per quel veto,
capitato con la ferocia di un guaio
mortale, e l'improvvisazione di un incidente.
Solo che noi venivamo via felici da quel contrasto,
come da una festa.
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