Pubblicato il 22/04/2008
Perché continuo a scrivere versi brutti e monchi, brutali e osceni, stupidi e vaghi? Non lo so, ma sento il mare in tempesta, il vulcano in eruzione, la frenesia incoercibile del cuore, che mi afferra e graffia la mano perché, anche contro voglia, io continui a sputare sul foglio la schiuma dell’anima mia. E se il verso è brutto, vuol dire che forse è brutto chi lo scrive; ma almeno è vero, scandaloso santo peccatore, prescelto per essere straziato, da un vecchio genio bambino.
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