Pubblicato il 06/02/2017 18:35:05
PERDERSI innanzi al Foro Romano Papaveri effimeri e refoli caldi di tramonto tra archi e ruderi imperiali e vetuste miserie quotidiane. Quanti giorni ti hanno consunta quante lotte, quanti segreti quante trame d'inganni quante passioni... Non il vento, che s'illude di mare e amante ti accarezza trascinando lontano le storie, gli olezzi le vergogne, gli onori. Non il vento ti ha corroso. Ma passi e respiri di barbari ottusi di pellegrini dolenti di armate forestiere di sottane, sacre e profane. Roma seno di grande Madre incanto e disincanto occhi, che tutto hanno vissuto antichi e chiari come notti di luna soffuse ancora di tiglio, alloro e vanità.
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