I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Le vite degli altri sono appese
al fumo di una sigaretta
a un'idea, incontrata per via
a rami di parole
sussurri d'estate
silenzi d'autunno.
Le vite degli altri sono appese
al vento, che preme alle spalle
e scompiglia i passi.
A una strada, percorsa per caso
sul filo di una musica.
Alla pioggia che dirada
alla sera che arrossa.
Al credo quotidiano
nel mattino
che respira la luce
o affonda nel buio di un caffè.
E la tua, e la mia?
PERDERSI innanzi al Foro Romano
Papaveri effimeri e refoli
caldi di tramonto
tra archi e ruderi imperiali
e vetuste miserie quotidiane.
Quanti giorni ti hanno consunta
quante lotte, quanti segreti
quante trame d'inganni
quante passioni...
Non il vento, che s'illude di mare
e amante ti accarezza
trascinando lontano
le storie, gli olezzi
le vergogne, gli onori.
Non il vento
ti ha corroso.
Ma passi e respiri
di barbari ottusi
di pellegrini dolenti
di armate forestiere
di sottane, sacre e profane.
Roma
seno di grande Madre
incanto e disincanto
occhi, che tutto hanno vissuto
antichi e chiari
come notti di luna
soffuse ancora
di tiglio, alloro e vanità.