Pubblicato il 28/04/2010 23:34:59
Son balbuziente e scrivo per difetto, nelle parole toniche sciolgo la desinenza in sibili traslucidi tra le radici secche. Scelgo gli assiomi -logici ed essenziali- e mastico sillabe atone come tabacco indiano o canna da esportazione. A scongiurare rischi di interpretazione, respiro a lungo soffiando sulle mute e porto a spasso la kappa con la chiesa, la china con la chiusa. Sul foglio bianco, -docili ed accorte- le claudicanti mie parole, si stendono su versi piani, sdruccioli e tronchi. Ma gridano vendetta le labiali e la tastiera complice compone strofe di pappe e pioppi, babbei e bubboni, come una sfida catartica alla santa imperfezione.
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