Pubblicato il 10/01/2017 19:32:05
Come sera sfatta divento cenere sotto dita profumate d’apparenza, io clessidra plasmata e capovolta per gioco. E mi compongo e ricompongo in granelli di una sabbia dai bagliori minerali attraverso crune di vetro soffiato e d’aghi. Vorrei disfarmi e raggrumarmi senza che mi sia imposta forma in un piccolo battito d’essenza attraversarmi contro corrente come gradinata increspata e corrosa. Eppure non amo terra né pareti per me voglio il mare del cielo e il cielo del mare purchè infiniti.
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