Mi hanno vista rincasare.
Le mani in tasca e l'ugola
come un battaglio in congedo.
Ho ecchimosi in gran quantità,
le tengo strette: il sangue
rappreso è la tua reliquia,
il modo in cui ai capillari
è esplosa la testa, il livido
abecedario dei tuoi passaggi.
Mi hanno vista rincasare:
ho infilato la chiave nella
nota cuccia, il disincastro
al sapore di deflagrazione.
E i pini con la stessa corteccia,
perfino i garage sfebbrati dalla
mia inquietudine , e tinteggiati allo stesso modo.
Tutto uguale:
il corredo della vicina,
il mammasantissima delle ore
in cui spurgare il bucato, tutto
identico. Meno la mia carne.
Della quale conosci ingresso e peregrinazioni.
Non ho più un segreto
fra ossa e ciglia.
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