La luce indugia nel petto dell’uccello,
fonte di ogni canto. Ed è poesia,
fra il tenue bagliore e la scintilla,
nella ferita aperta la tua mano.
Fin sopra agli occhi, e poi ancora,
con rara bellezza, tanto amata,
come in cerca di parole corre giù
per una scala che porta verso l’alto
i minerali, con le scie d’argento.
Ed ora, abituata nell’assenza
di un movimento che comunque aspetto
come uno sguardo lento e prolungato,
in suo luogo tu hai divorato ogni sentiero;
ma, dietro l’ultimo strato di terra,
c’è dell’altro, che ferisce e medica
la nostra piccola morte, sempre nascente-
con le sue linee simili a chi sta per voltarsi
oscurando l’orizzonte con un solo
sfondo lontanissimo di pioggia-
teso, tra le nostre anime e la carne.
Ricordi cuore mio? Per raggiungerti
nella tua verità, potente materia,
sento svanire le forme appena strette
fra le mie mani, sino a rimanere
con l’essenza pura della nostra unione
di tutte le unioni, così trasparente
che non distinguo più dall’aria i versi,
le mie ossa dal tuo anello, il nostro viso,
e, raccolta in te, ripeto : alla luce di domani…
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Amina Narimi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.