Il sabato non mi interessa.
Non mi interessano i
fuochi d'artificio delle mani
sgombere dal lunedì.
E l'andirivieni dell'entusiasmo.
Io voglio i pomeriggi nudi
e noiosi, la lentezza insulsa
e martire delle lumache al
calo della suola/ Abramo,
la pastura fango, foglie e gre
gre di raganelle nei giardini
sfatti dalla pioggia in avanzata.
Voglio questo, e tenerti i fianchi.
Laddove dicono cominci il mondo:
in spinta, urlo, incavo ed accettazione.
Timbrano e cartellinano la nidiata
che guadagna il buio check in.
La folla mi atterrisce, e quel
suo grado di noncuranza
imbellettata, di sorrisi
tutti malta ed impostazione!
Voglio starti dentro, raggomitolata.
Stare come quando mi raccordavano
tra le coperte e buttavano dentro
gli arti sguaniati al controllo,
e guizzanti.
Voglio che mi raccogli tutta,
che impedisci al freddo di arrivarmi ancora.
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