Ti scrivono, madre, bruni cipressi
vigne a lampi d’amaranto,
castagni in scoppi di zafferano,
cieli opalini a lutto d’uccelli,
il saltarello al suon dell’organetto
nelle notti sacre ai lupi, alle nevi.
Sulle elitre delle coccinelle
minimi miraggi latenti.
Ti scrivono dalla tua casa accesa
sopra la signoria dei tempi
le profetesse delle veglie
tra morti idiomi e incantamenti
molto taciuti e molto amati
serrati da siepaglie di segreti.
Sulle elitre delle coccinelle
parole discordanti.
Ti scrivono magre feste imperfette,
mela cotogna, vinsanto, polenta,
il dolce zibaldone d’autunno;
solo l’autunno che conosci,
l’autunno in gola e nelle mani,
l’Avvento imbastitore di promesse.
Sulle elitre delle coccinelle
disfatte in un amen tutte le albe attese.
(2010)
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