Saremo altrove d’ora in poi, lontani
già lo eravamo, ma le voci, le dita
si accarezzavano in un posto sconosciuto
in un tempo di trasparenze e convergenze
d’istanti. Poi magari sputavamo sentenze
o dicevamo scemenze per puro diletto.
Il sonno era leggero e l’acqua muta
la riva toccherà il mare anche domani.
Altrove è fuggire quando l’altro s’avvicina
e battere le mani ai pescecani in frac
solo per dispetto, oppure scrivere sul muro
il bar è chiuso quando ogni porta è aperta.
E’ tenersi una foto sbiadita sotto la coperta
e pensare in bianco, grigio e nero
quando anche l’arcobaleno è fatto di crac
e il tossico sparge al vento cocaina.
Avremo un altrove a testa e tanti come
e perché quanti sono gli idioti in giro
al tramonto nella città di organza e seta
un pesce rosso da pilotare verso il sole
e uno spicchio di coscienza rivolto al male
dentro un cuore di bronzo. Anche la cometa
tornerà indietro e finirà sotto il tiro
incrociato di stelle nane al liquame.
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