Pubblicato il 09/10/2016 13:09:39
La tua cima controluce si fa cielo e canta con le foglie le vocali verdissime spargi nell’aria una minuscola pioggia di particelle elementari intrecciate tutte con i nodi di minuscole funi vegetali Salice che sali con i tuoi vestiti di lana dei pioppi Altissimi Sulla terra umida e intima delle tue radici Profondissime Li con la testa contro le ginocchia un uomo un vecchio Si rannicchia Si raduna Cerca nel legno vivo un segno della madre che risale si insemina nel ventre fatto nudo poi s’inchiocchiocciola e scende al fiume verde dove volano gli uccelli pescatori giallissimi e anche azzurri quando sorge il vento basso nella valle S’inchina prende con il cavo delle mani la pozione di terrafoglia bruna e l’introduce nei luoghi sacri della bocca Al sapore di misticanza d’erbe nel palato l’estasi perviene e tutto canta anche la pietra con le sue tracce che spiegano i destini Sale ora dalla sua bocca il canto muto nei mille luoghi dello spazio che si sgrana senza alcun luogo altro che quello visto dai tuoi occhi svela la trama in cui noi siamo fatti di noi stessi mischiati in quella immensa e sacra polvere di stelle immersi in un dolcissimo dolore ed una lancinante gioia Siamo tutti nati da un seme celeste senza alcuna fine in assoluta e innocente libertà avvolti in questa natura che ci ha fatto e che ci porta sospesi fra tre mondi e una futura nostalgia Tu brilli del mio medesimo mistero mentre ti invito forse a danzare nella mia stessa danza e a cantare dentro il mio stesso canto
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