Sono andati smarriti, quei miracoli
che chiari trascendevano nei vicoli
della mia giovinezza.
Oggi, sono caduto negli oracoli
da almanaccare sulle foglie, vincoli
per l'oscura allegrezza
di questo mondo torvo di pericoli:
trappole contromano in fondo agli angoli;
tranelli congegnati negli spigoli.
Occorre avventatezza
accorta per abbandonare i calcoli,
sospendere la giostra e gli spettacoli:
cercare la bellezza!
improvvisa, imprevista e che rimescoli
la mente, il sangue, il cuore e li rinfocoli
mentre il giorno accarezza
ed elargisce incanto ai suoi crepuscoli,
rifocillando gli uomini o sanandoli
con cura, gentilezza.
Ma il tempo vola, le ore son mutevoli
né si può perder colpi in arzigogoli
privi d'accuratezza;
non ci si può arrestare sui preamboli
o andar girovagando nei postriboli
della socievolezza
per annusar l'incenso dei turiboli
e vagheggiar tra gli intimi cenacoli
di tanta tiepidezza.
Eppoi, l'ho scritto già nei miei versucoli:
ci salva pienamente dagli ostacoli:
scovare la bellezza!
Così, per ricercare nuovi stimoli,
me ne ritorno al mare coi miei zoccoli.
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