I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Frattale
Se conoscessi i segreti del cielo, arrangerei un accordo d'aromi: note su note fragranti nel gelo di memorie abboccate nei nomi
dimenticati in assenza di zelo o nell'ebbrezza di giorni mai domi alla ricerca dell'attimo, il velo da lacerare sui miei polinomi.
Una funzione perfetta, frattale nella visione da considerare in prospettiva ancor più originale:
quell'equazione essenziale per fare il presente che s'espande immortale, appena un gioco in battere e in levare.
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Id: 56589 Data: 06/02/2020 13:25:16
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Cantando
Nella memoria avanza una canzone antica, nel vibrare sotto pelle, di note amate senza una ragione che echeggiano profonde, sempre quelle:
l'arte che mi rinnova l'emozione di raccontare favole, novelle e andare, quando chiama la stagione, lungo il crinale al passo delle stelle
per valicare i limiti dell'ora che lestamente corre e disincanta avvicinando l'ultima dimora
al tempo della gioventù che vanta un pregio generoso, come allora, nell'attimo che fugge e ancora canta.
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Id: 56588 Data: 06/02/2020 13:18:54
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Sonetto x Scrivere quattro strofe...
Scrivere quattro strofe a prima sera,
tentando di sbrogliare la matassa,
quel quid da ritrovare che non c'era,
se il verso sia veleno o di melassa.
Nell'inseguire quella pia chimera,
perdo l'essenza e intanto l'ora passa
né avverto un mutamento d'atmosfera,
che resta inerte al suono di grancassa
che batte il ritmo della tarantella.
Soltanto nel silenzio a volte trovo,
domando quel destriero senza sella,
un attimo di tregua e ancora provo
a suscitar ventura alla mia stella,
a percepire il mondo come nuovo.
Id: 56057 Data: 10/01/2020 17:26:48
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Sonetto della possibilità
Se eludessi, con grazia, la vertigine
delle parole, conquistando, largo,
il silenzio d'abisso, ampio e l'origine
del turbamento nel fuoco in letargo,
frangendo, come fiume in piena, ogni argine
della sapienza lunare e nel gorgo
ne disperdessi l'insonnia del margine,
redimendo in un sol colpo l'ingorgo
tra il tuo dire e non dire: vincerei
mille sorrisi del cuore, più un fiore
e nella rima bambina saprei
quell'altro aspetto, nei pregi e nei nèi.
Così, potrei indovinare il colore
dei tuoi pensieri, il suo filo. Potrei.
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Id: 55796 Data: 17/12/2019 12:54:45
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- mi dissi -
Dopo aver ben imparato le regole,
così da infrangerle nel modo giusto,
puntai alla luna e sùbito più in alto,
oltre il sole. Male che fosse andata
- mi dissi -
avrei vagabondato fra le stelle.
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Id: 55067 Data: 22/10/2019 23:09:06
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Piccole utopie...
Piccole utopie imperfette e aderenti al disordine dei giorni. Piccole utopie di frontiera, a compendio emotivo della vita quotidiana:
nella memoria dell'acqua, le ferite del cuore che recano il volo; la chimica dell'inquietudine nelle ore della bellezza. La nostalgia del miracolo, il peso dei segreti.
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Id: 53838 Data: 17/06/2019 14:23:30
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Sonetto indagatore
Del labirinto nei giorni rapaci, indago le geometrie ingannatrici, con un grano di veleno nel cuore e molto accudito, il seme di un fiore.
Nei vicoli, un pregio alato di vento soffia e ristora dall'afa d'argento: un refolo fresco per confortare il vano e costante vagabondare
da un mondo all'altro, alla cerca del filo per guadagnare l'uscita agognata, fra le biscrome stonate del cielo
e ritrovare la via benedetta, svelando d'un tratto il dedalo in volo, per conquistare la fine incorrotta.
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Id: 53827 Data: 16/06/2019 18:47:32
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Tracce
Vagando lungo il senso d'ogni giorno, nascondo la mia fede alle frontiere:
quando l'alba mi accoglie con un nome e con un altro se ne va il tramonto.
Crude, le tracce mie racconteranno donde provenni e dove mi recai:
la loro mappa nuda svelerà se il viaggio fu sapiente o senza senno.
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Id: 53174 Data: 24/04/2019 19:55:09
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Aspetti
Nel silenzio assordante, il mare ha parlato indicando il solco di una via tra le pareti dei giorni per raggiungere la dimora degli antichi segni: le parole della promessa,
in grazia dell'inizio e della fine considerando tutti gli aspetti come un solo aspetto.
Id: 52734 Data: 22/03/2019 13:41:50
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Asylum
Dall'estasi dell'ignoranza, attraverso vasti oceani di chiacchiere e vanità, ho affrontato un arduo viaggio,
a dispetto della morte.
Ma voi, domando, che ne pensate
della follia, quale fascinazione esercita una mente inquieta, e quanta tenerezza.
A ben vedere, siamo tutti pazzi ma pochi lo sono abbastanza da ammetterlo. Ora non date troppo peso alle mie frasi, dopo tutto, non sono che le parole di un matto.
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Id: 50700 Data: 27/09/2018 13:48:08
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Sonetto mesto
Tutte le porte cedono, nel tempo, il segreto che celavano, chiuse; le nostre vite mutano in un lampo ma spesso le speranze son deluse
da nuove pietre aguzze per inciampo. E restano le spine delle rose che ritrovammo in fiore a pieno campo. Le ore dei miei giorni, puntigliose,
rintoccano col suono del malanno; gli affetti che scompaiono, improvvisi, rivelano le tracce dell'affanno
del nostro sopravvivere divisi dall'amore, dai sogni senza inganno. Inseguendo la gioia, i suoi sorrisi.
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Id: 50542 Data: 13/09/2018 12:55:51
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La preghiera
Edificai l'altare del fuoco e lì sciorinai i miei saperi: i rituali, il calcolo, la divinazione; l'arte di scovare tesori, la conoscenza dei tempi;
i dialoghi, i monologhi, la scienza degli dèi. Subito dopo, stremato dalla lista, svelai il mio vero volto, confessando:
"Io conosco, signore, nient'altro che liturgie e improbabili sintassi però so, signore, che chi conosce se stesso va al di là della sofferenza.
Io soffro, signore. Così - pregai - traghettami sull'altra sponda."
Id: 50526 Data: 12/09/2018 13:13:18
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Il capanno
Nel capanno modesto della vigna ho allestito uno studio di fortuna dove inseguo le mie frasi, le parole.
E prima che nei templi o nelle chiese,
è là che mi ritrovo con gli dèi
sacri della mia fede: in quella stanza
scabra; onesta; desueta; occasionale,
che assiste alla scrittura e la protegge con il manto segreto dell'ardore,
che mi separa ancora più dal mondo, dalle sue trame infide, dalle brame; dalle miserie, dalla vanità.
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Id: 50518 Data: 11/09/2018 19:40:02
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Fermare il mondo
Forse potrebbe bastare ascoltare i suoni dell'acqua o il tocco dell'ora, per depredare il mistero del tempo, il silenzio che goccia
creando un momento lento e sospeso al tenue refrain dell'ultima pioggia che nenia nella gronda distillando un vuoto arreso e colmo.
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Id: 48723 Data: 04/05/2018 13:04:08
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Emanazioni
Provengono dal segreto più segreto, le mie emanazioni, come da una corona. Sono luci, intuizioni, cento teoremi; le azioni e le attrazioni emotive, gli angeli miei, i loro dèmoni.
Nel momento giusto, in grazia degli eventi, governerò il mio mondo col seme di un'idea
che rapprenti il cuore: il Patto, la Pace;
la Profezia del Cielo, la Sposa. L'Albero della Vita nel Palazzo di Primavera. La cinquantesima Porta. Nell'assenza perfetta del pensiero, l'inconoscibile: il Vino, il Pozzo profondo.
Id: 45055 Data: 12/11/2017 19:51:03
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Napoli andalusa
Isole come speranze sospese in un delta di dubbi orgogliosi e muti come le parole che non ho detto; echi di stelle allo scandaglio, conchiglie d'oro.
Ombre e sirene in lontananza, maestose lungo le pareti dei giorni estenuati in ore di ritmi sedotti da una teoria di fiori.
Paesaggi di corolle estatiche nella bruma opaca della mia ricerca rarefatta nel suo letto di luna.
Ancora rimedio ricordi: Napoli andalusa, zucchero nei sorrisi della sera tiepida e nelle mani, un coppa di cristallo
per brindare in Piazza dei Martiri, al suo sguardo diverso, di giorno in giorno.
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Id: 41980 Data: 18/03/2017 13:13:00
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Il punto
C'è un punto, dentro di noi, dove insieme, densamente, sono concentrati i semi di tutte le cose.
Una teoria di tinte, la rosa dei venti, la dimora perenne; il centro nel mezzo delle condizioni, forse la divinità
nostra negletta, abbandonata; non ammessa o mai riconosciuta: siamo esseri lucenti. Tra le viscere e il cuore,
c'è un punto, in ciascuno di noi, dove insieme sono concentrati, densamente, i semi di tutte le cose.
Id: 40594 Data: 13/12/2016 19:39:20
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WhatsApp
Mia figlia già messaggia su WhatsApp
l'ultime foto prese contro sole col suo ragazzo accanto ed un sorriso accattivante e aperto a dimostrare quanto è cresciuta. Ormai s'è fatta donna.
Io la ricordo ancora fanciullina con le sue scarpe azzurre a scivolare sui marmi al lungomare di Diamante, con i capelli neri d'ossidiana e la sua gonna a quadri tutta pieghe, che mi correva incontro rossa in viso
e mi strillava un "papi, sono qui!"
Il tempo, dove cresce e dove cala, come la luna, è luogo di memorie e mentre mi ritrovo a incanutire, mi allieta questo scampolo di lei
lontana, ma ancorata in fondo al cuore.
Id: 40097 Data: 03/11/2016 21:30:18
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Alla fine
Gli steli d'orzo dorato alla deriva nel vento, adombrano il corso trasognato della vita vissuta come dono, col passo ritrovato e il patto al riconoscere del giorno.
Olio festivo e un'anfora di rosso per celebrare il mistero divino, le sue rivelazioni: esatte, le misure dell'universo.
Ora voglio intonare un canto che evochi l'acqua: una canzone alla giovinezza che fugge sul filo delle correnti del tempo per finire allagata nell'età adulta: con la ventura che ricomincia seducendo,
nelle intimità segrete, in quell'istante maturo di felicità tanto più intenso nell'attimo che ne avvicina inesorabile la fine.
Id: 39655 Data: 06/10/2016 14:10:57
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Ritorno al mare
Sono andati smarriti, quei miracoli che chiari trascendevano nei vicoli della mia giovinezza. Oggi, sono caduto negli oracoli da almanaccare sulle foglie, vincoli per l'oscura allegrezza di questo mondo torvo di pericoli:
trappole contromano in fondo agli angoli; tranelli congegnati negli spigoli. Occorre avventatezza
accorta per abbandonare i calcoli, sospendere la giostra e gli spettacoli: cercare la bellezza! improvvisa, imprevista e che rimescoli la mente, il sangue, il cuore e li rinfocoli mentre il giorno accarezza ed elargisce incanto ai suoi crepuscoli, rifocillando gli uomini o sanandoli
con cura, gentilezza. Ma il tempo vola, le ore son mutevoli né si può perder colpi in arzigogoli privi d'accuratezza; non ci si può arrestare sui preamboli o andar girovagando nei postriboli della socievolezza per annusar l'incenso dei turiboli e vagheggiar tra gli intimi cenacoli di tanta tiepidezza.
Eppoi, l'ho scritto già nei miei versucoli: ci salva pienamente dagli ostacoli: scovare la bellezza!
Così, per ricercare nuovi stimoli, me ne ritorno al mare coi miei zoccoli.
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Id: 39355 Data: 13/09/2016 14:27:20
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Confessione
Ogni giorno ritorno da altre rive, con occhi mutati, alle ore naufragate di metropoli leste e meste, false
nelle tinte sgargianti che urlano luci fittizie mentre tessono una trama grigia d'asfalto e di cemento. Ogni giorno, con occhi mutati.
E' triste, codesta confessione insignificante e non fa che accrescere la mia brama fonda di mare
al porto, presso il molo, anche solo per qualche ora. Oppure contemplare una foglia di frassino a forma di cuore
meditando sistemi sofisticati per prevedere il passato così nutrendo aspettative magiche affatto eccessive. In verità,
non ho mai preteso troppo dalla pioggia, dagli incantamenti: una visione appena, per ritornare ogni giorno, con occhi mutati.
***
Id: 39305 Data: 10/09/2016 12:10:00
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Silenzio in esse
Silenzio sottile
seduce stasera:
si sentono suoni soavi
stendendosi stracchi
sotto stelle serene.
Senti: semina sillabe
sconosciute; sottende
sibilando sortilegi;
si spande, sostiene;
suggerisce suadente,
sensuale: silenzio.
Sensazioni surreali
sorgono spontaneamente
sorprendendo sensibilità solitarie,
segnando soluzioni significative,
singolari stati spirituali;
sogni. Si sgrana sublime,
stramando sorrisi;
sbaraglia, scompiglia;
scrocchia, sconocchia,
si sparge sonante: silenzio,
solo silenzio.
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Id: 38955 Data: 10/08/2016 01:16:50
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Artifizi
Id: 38725 Data: 20/07/2016 17:27:54
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La meraviglia
Guarda, sono felici, guarda!
La felicità li aggredisce all'improvviso, inaspettata e li stravolge, li coinvolge in un vortice di esaltazione attonita, un momento stupefatto e colmo di grazia impensata. Guardali!
Leva loro il fiato, la felicità, li fa urlare e saltare e danzare e ridere e piangere. E li sconvolge di una gioia così piena da essere sostenibile per poco appena.
Ma tu guardali per un istante, per un istante solo: sono felici.
È un evento straordinario, forse inutile, una cattedrale nel deserto o una consolazione. Magari un'oasi per un attimo; il caso favorevole; il giorno della luna piena, tante risate quella notte di domenica.
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Id: 38084 Data: 02/06/2016 19:25:58
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La raccoglitrice di fiori o della disabilità
Sordo e cieco al circolo delle maledizioni; alle diversità omologate, all'originalità priva d'ingegno; sordo e cieco,
mi dichiaro, agli slanci tiepidi; alle manipolazioni, ai tentativi di forzare la coscienza; alle circostanze impigliate nelle ambiguità della vita.
"Lungo i nodi delle città di metallo e cemento intanto inginocchiato un uomo si gioca ai dadi e canta i giorni delle ombre, gli occhi finiti dall'agguato delle illusioni
ma tra le rughe di un sorriso, per un attimo la vita è rosa e la casa ridente nelle lune di stagione: una memoria confortante, affettuosa nella tempesta."
Più tardi calerà il sipario della sera che nutre e disattende, così tenace, così tagliente, le promesse; i giuramenti d'amore; gli incontri clandestini; le erbe magiche.
La raccoglitrice di fiori, con gli strascichi del cuore umano, compendia un'ora esatta, narra la notte: l'asilo della fatica, il ricovero nella tenebra, quando scompare una stella tra le lesioni dell'alba e i mondi si confondono nei tempi dello spirito;
alla visione del reale, nell'amen di un sospiro
per i segreti di una favola dimenticata.
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Id: 38074 Data: 01/06/2016 15:03:34
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Appunti di viaggio
Viaggio ancora, attraversando i luoghi dove l'uomo affonda le sue radici per tutte le stagioni e sommerge, nel silenzio, la perla del cuore
che prima brillava nel vento, sull'acqua, con la natura e la cura del tempo senza addii, nell'imprecisione esatta d'ogni vita.
Viaggio da solo, zoppicando sui righi, al candore della pagina che seduce e atterrisce, là dove il cuore subisce, non riesce e il mio muro si tappezza sgretolato di ghirlande.
Quest'angolo di muro cingeva un giardino ombroso, formidabile recinto, io lo giuro, di caprifogli, gelsomino e rose.
Il tempo ha diroccato quella fortezza certa, pure se l'ha coperta di fiori alle macerie, colorando. Ora
è bene che vada:
il viaggio per me,
non è terminato.
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Id: 37723 Data: 10/05/2016 23:06:33
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Simulazioni - La migliore offerta
Nulla esiste che non sia illusione e se non lo fosse, come l'arte, talora, come l'amore, è una simulazione.
"L'insieme delle settimane di sei giorni, l'insieme delle ore di cinquantuno minuti, la lunghezza di un punto.
La direzione di un cerchio, il lato della circonferenza, l'area di un segmento.
Il centro dello spazio."
Sorprendente!
"La posizione verticale di una sfera."
Come l'amore, è una simulazione e
se non lo fosse, come l'arte, talora, nulla esiste che non sia illusione.
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Id: 37661 Data: 06/05/2016 23:58:14
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sarebbe... °
Sarebbe prediletto al poeta con l'intento esatto scrivere solo
poesia e ritmo e parole versi in sintesi espressiva gioco
vivo di rime metriche libero se occorre per leggere
e rileggere la passione e il mistero della frase
le sillabe d'iddio o la follia del volo
il balzo inconcepibile
un pensiero
la cifra
il
° .
Id: 37533 Data: 28/04/2016 17:43:48
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Attimi...
Attimi di vita la morte regala intima e figurativa come si può definire la certezza di un rapporto tra un soffio di rimando sull'autunno o la prossima fola: che la mattina della fenice sia gioventù ai poeti!
Tornando indietro poi la costellazione di una nuova idea procede lenta a fine stagione e quanto conta l'Amore in replica agli amori persi o finiti perché la carne è pasta di pane
e si ritrova sui muri tra le lune nella pioggia in tre atti di psicologia ma tu paria dai mille occhi saluti e rimani di spalle alla vita nella fuga alla bella epoque da un sogno dimenticato sull'alba dalla coscienza del mistero al tramonto
dalla morte immanente inno e confine unica verità per sempre. Comunione.
Tralasciando attimi prima.
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Id: 36890 Data: 16/03/2016 23:46:26
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Appunti di viaggio
Sono un viaggiatore e seguo la certezza del sentiero che mi condurrà dove devo.
Forse è quest'anima farfalla che prima s'imbozzola e poi s'invola, come se niente fosse, alla ricerca imprudente di coscienza nuova
per sedurre l'ora o per lasciarsi sedurre da un'idea, le sue parole fragili; dal sole tiepido di questo giorno di stagione che cede alle tentazioni allegre dell'equinozio che viene.
Forse è quest'anima farfalla che tiene le fila erratiche del mio viatico, che mi precederà e che seguo
ben disposto a ogni incontro sulla via.
Un viaggiatore sono:
la mia dimora è il cammino.
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Id: 36835 Data: 12/03/2016 22:45:23
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Figli di Duncan
E' un'esistenza breve,
quella che ci riunisce
nelle passioni, nei giochi
d'azzardo e nelle maschere,
all'arbitrio insolente
delle verità personali.
Ci stimiamo immortali
ma non siamo che provvisori,
dubbiosi figli di Duncan,
coi sorrisi smaglianti
che nascondono arsenali.
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Id: 36834 Data: 12/03/2016 22:42:06
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La Monade
E' una monade senza porte e finestre questo spirito mio evanescente, la mia nebbia onnisciente:
nel segreto di ogni croce così come nell'arte visigota, c'è una traccia spettacolare, un'eccitata eco concitata. (La mia interezza è un vuoto da colmare, con intento certo; una testimonianza di prima mano, inquieta e primitiva in forma inaspettata, sintesi di mille fantasie.)
Non è una monade senza porte e finestre, questo spirito mio evanescente, la mia nebbia onnisciente:
ma resta un luogo sacro, l'inatteso o l'inedito, l'ignoto che reca un messaggio segreto nella visione mozzafiato presso il massiccio portale dell'ora. A quelle mura, confesso le mie sollecitudini, la quotidianità, le fiabe. (Pochi momenti di silenzio e solitudine producono attimi sorprendenti, imprevisti, per me, stupefacenti.)
Forse è e non è, una monade senza porte e finestre,
questo spirito mio evanescente, la mia nebbia onnisciente:
mi disporrò dunque a trovare il sedile del diavolo, nella terra di Maddalena, scaverò là dove non si dovrebbe alla ricerca di un graal qualunque per raggiungere quel: tra poco sarà l'alba. (Un senso apparentemente irrilevante, la figura alata, una tomba senza importanza.)
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Id: 36798 Data: 11/03/2016 00:44:44
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T u e d i o
Al riparo dalle chiacchiere stolte, tu ed io, preludio alla dimora dell'amore eterno. Tu ed io
come una cosa sola a scorgere noi stessi
né fuoco né di spuma, né polvere o rugiada. Senso significante, tu ed io, parola, cenno, gesto.
Amanti d'argilla redenta d'emozione, quando mai saremo sminuiti, tu ed io?
nei veli d'ogni giorno scopo del desiderio,
tu raggiungesti me e io fui
la tua casa. Prosciugata ogni sorgente che non discende al cuore, tu ed io
esiliamo ogni valore, ogni volere è nulla. Non dubitando, mi sarai spada e io ti sarò fiore. Dalle profondità del fango convertito, tu ed io ci modelliamo e l'anima compare.
Così io sono te e tu, come sarà, sei me (inesprimibile a parole e dire e dire e dire ancora e dire: il mistero non diverrà più chiaro). Ecco,
solo il silenzio ci sarà guida e rivelazione. Amore, l'ineffabile, fin quando lo vorrà, tu ed io dimoreremo in Dio.
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Id: 35835 Data: 17/01/2016 00:21:28
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Danze
Ballammo tutta la notte al sortilegio del suo incantamento
nascondendo il sogno incorruttibile dell'alba che giunge da così lontano a spalancare il giorno
per rinnovare la meraviglia di questo mondo vecchio incerto e sconosciuto come il suo futuro.
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Id: 35593 Data: 04/01/2016 17:42:59
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Perielio
Viene dal graal del nord
e reca un cerchio d'alberi che danza.
Perielio freddo d'azzurri,
ruota l'anno al primo mese
ed imprincipia.
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N. d'A.:
Codesto è un testo che scrissi anni fa e che ripropongo per l'occasione, di tempo in tempo. Infatti, oggi 2 gennaio 2016, intorno alle 23, la Terra si troverà al perielio della sua orbita, il punto più vicino al Sole, di conseguenza, stasera, per un attimo virtuale, saremo tutti più vicini alla stella nostra che ritornerà il Sol invictus dei pagani. Da oggi dunque, il giorno si allungherà fino alla sua massima estensione dando luogo alla marea che sale dal sud verso il nord (sono contemplate, infatti, anche maree solari.)
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La marea del sole
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E' nuovo il giardino, stamane; leggera filigrana d'argento, la brina compone con arte, là dove nessuno passa.
La marea del sole corre sui giunchi e sale la cima del vulcano.
Pace quieta d'ombre, chiare, dopo mesi incerti, le arnie come chiese.
Onda che monta mezzanotte, battito d'ali, per definire il campo di levante, sgombro di spine.
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Id: 35572 Data: 02/01/2016 20:00:00
*
a ogni buon conto
Il sentiero s'inoltra nei miei passi: la forza resta viva, ma il richiamo del senso cala; le occasioni diminuiscono e diminuiscono i miei peccati contro il cielo.
D'ora in poi, darò falsi nomi a quanto persiste nel mondo. Le case che mi accolsero esistono ancora, ma le nominerò alberi, o mare. Diverrò scabro, di proposito mi scosterò dall'ordine degli eventi poi nell'interesse di coloro che leggono:
codesto è un paragrafo di divagazioni e forse ho già espresso verbalmente tutto ciò ma non ne sono sicuro così, a ogni buon conto, ora lo scrivo.
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Id: 35393 Data: 16/12/2015 14:55:20
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Ciurma
All'arrembaggio,
ciurma scellerata! ed esigi il paradiso
che ti fu adombrato nelle novene degli angeli o nelle preghiere tue bambine sul fare della sera.
All'arrembaggio!
Dissipando ogni dubbio, accusa sette stelle della tua costellazione, con la lama alla schiena, dal filo fatale, ciurma; con il cerchio di fronte; il cuore impugnato a scettro e flagello; con occhi e viscere e mani. All'arrembaggio,
in un assalto estemporaneo per salvare l'anima, quando la sorte reclama silenzi mentre ti abbraccia o ti inebria per caso e accompagna la tua scorribanda con un sorriso.
(Occorre coraggio, ciurma, per la pretesa del paradiso):
All'arrembaggio!
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Id: 35392 Data: 16/12/2015 14:49:07
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Due formule di passaggio
Nell'alito sul cristallo ho disegnato un cuore e due formule ermeneutiche, impermanenti
cifre di me che svaniranno al primo tiepido dell'ora.
Forse non è che questo, il nostro transitare per il mondo: una traccia decisa o lieve su uno specchio appannato appena.
Forse è una sfida di ballo alla laguna della luna nel corallo;
il filo sottile tessuto senza traccia
e se qualcosa di troppo, o se manca:
ripari aspetto, attese lente:
è ancora innamorata questa luna di passaggio.
Id: 35245 Data: 03/12/2015 22:40:50
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La sosta
Sono di passaggio, come te,
in una linea di pensiero mainstream, lungo un sentiero di cospirazioni progressiste nel contesto della Grande Impresa: semplice pretesa d'antiquariato o altre etruscherie. Come te,
sono di passaggio, il tempo appena necessario ad un saluto, una birra bionda una femmina notte di fuoco, un endecasillabo: quattro chiacchiere in pace per difetto;
due parole d'accatto per sorridere al tentativo astratto di definire un senso, come te, per il passaggio o forse per deridere tre passi deliranti sul filo della bolgia o sulla spiaggia immobile nell'infinito tra mare e cielo.
Acquisterò indulgenze adesso sul punto di svolta e dietro le quinte manovro finanche illegalmente per guadagnarmi il viaggio ineluttabile verso la fine inesorabile e questa sosta, di passaggio.
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Id: 35120 Data: 23/11/2015 21:25:34
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Per Amor di Mar
Anima controvento, volevi diventare mare; tu contro sole, per essere la sua voce. Ti ho riconosciuta, anima col cuore in mano reso nelle ore tranquille di luna zafferano.
Ti spiavo, nell'orto degli ulivi: sei tu che piangi, anima di grano? abbandonata alla risacca, volevi essere molo di basalto, la scogliera nuda all'abbraccio dell'alba di burrasca dove ogni onda è solco, ogni flusso è flutto.
Ma tu, anima in catene, nel tuo naufragio azzurro alla deriva, radichi nel sangue le maree o canti terre promesse e cielo nelle vene.
Sicché, fatti oceano, anima del mio olio; anima d'uragano!
ma non smarrire la tua via, anima di bufera, rammenta. Poi sciogli a filo d'acqua una preghiera.
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Id: 35119 Data: 23/11/2015 21:11:16
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Le polveri e lo specchio
Sugli spigoli si arrestano le polveri, negli angoli acuti della coscienza mal intesa chiara;
il tempo impostore e
le circostanze bigotte o bagasce profondono in piccoli grani:
minuscoli imbarazzi di noi stessi, sedimenti di sensazioni, emozioni
lasciate andare.
" Lo specchio netto di nitori, lo specchio opaco di polveri non importano se non c'è specchio."
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Id: 34617 Data: 16/10/2015 10:41:07
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Alla mia vigna - Omaggio in sette movimenti -
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i - Onestamente, ho lavorato sodo, durante questo giorno soleggiato: le perle di sudore assai salate, sono misura giusta del mio braccio
e con la spietatezza della falce, m'appago quando stracco e senza tedio, prendo sollievo al desco della mensa: alla dolcezza piena nell'attesa,
casta di vino rosso e desinare, d'un ristoro di sonno che già pesa, leggero sulle palpebre e rapisce, per consegnare ad un silenzio pago.
*
ii - Arare questa vigna di buon'ora sferrando col sudore la vangata; la prima gemma scorta controsole che nuova luce e se ne adorna il tralcio.
Altalenando per vibrare il colpo giusto in sequenza per la fila d'oro, all'improvvisa brezza di levante, la marra elevo come una preghiera.
E giù! Scommetto, vedo la promessa: il ramo colmo ed il raccolto pieno. Saranno il tempo, il clima, mutazioni nei vuoti zodiacali o nei suoi pieni;
gli dèi, la luna o la ventura; il sole, come la vita, giostra d'occasioni. Gioco l'azzardo, affondo un'altra mossa e giù! mentre già venere declina.
*
iii - Reclama la vendemmia ambrata e livida riverserà il suo sangue;
ora pensa a qualcosa per amore: una musica, gesti ricolmi e calmi nel riflesso, infranto appresso, semplice come lo vedi:
c'è un tempo raccolto di parole, torchiate ed esaltate al tintinnio beneaugurante dei cristalli, nell'attesa del mosto che è già festa.
*
iiii - Oltre il limite dell'incertezza, audace s'espande l'orizzonte: e cosa vuoi che sia un bacio o due,
la stagione è prossima e novella, la speranza emerge a fior di pelle dove che ieri appena si trascinava stanca al fondo del barile.
Alle porte della vendemmia il vino rosso nuovo promette toni smaglianti:
l'annata è buona!
*
v - Dimmi di me al tempo del ritorno:
narra la stella che dondola la vigna tra i grappoli dorati della seconda luna:
cruna questa natura, passaggio stretto e greco di falerno:
passa il dolore, nell'uva che matura, fertilizza le zolle:
sarà un'annata piena.
Appresta il torchio che schiaccia sangue e cuore con gli acini e le streppe:
quella vinaccia dura, promessa incasta e pura; ebbra di buon raccolto.
*
vi - Sulla mia stuoia, signore. mi sono mancato! Nella cruna delle sollecitudini quotidiane, filo il passaggio stretto e cerco la via del vuoto nel mezzo delle condizioni.
Trovo la mia stuoia, signore ed un momento di stasi, senza premura d'attimi.
Saranno forse l'effetto del vino o il maleficio alle spalle, nell'ombra della lampada che ombreggia al muro contorni che trasaliscono.
Alle prime luci, s'agita il mosto e s'alza, si abbassa. Il profumo, signore, della sua gradazione, conosce la stuoia.
*
vii - Ottobre arancio
s'esalta alla vendemmia
ed al suo aroma.
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Id: 34546 Data: 09/10/2015 18:56:08
*
Allora...
Allora fu così in endecasillabi che strappai l'idolo dalla mia anima: costringendo il cuore ad un viaggio ignoto che lo condusse distante da me.
L'indole devastata mi trafisse pregando per le sorti del ritorno, né seppi fare a meno d'esaudirla. Allora fu così in endecasillabi
che guadagnai le cure d'ultim'ora per la salvezza dei miei giorni onesti a ricercare la felicità, solo intravista. Adesso come allora.
*
Id: 34373 Data: 22/09/2015 20:25:34
*
La Recherche
L'anima. L'anima, me ne andai a cercare,
senza curare il senno, che è mera congettura.
All'incontro coi segreti della pioggia,
il tempo, la natura e il fato, per tre volte
ti donarono congiunta, amata mia, nel compimento. Abiterò il tuo corpo - mi dicesti - la tua mente,
i tuoi pensieri, nobili, i desideri ed il respiro tuo più fondo.
*
Id: 34365 Data: 21/09/2015 19:53:03
*
Attenti a quei due .
Guadagnando un momento di silenzio per contemplare quello che è, quello che non è.
" Se gli Eventi si allineassero ai Desideri per raggiungere la Coscienza che la Realtà non esiste, che la Casa sul Crinale tra i Filari della Vigna non è che un'Illusione o una Costruzione del Destino?"
" Io non credo nel Destino."
" Buon per te, se credi alla Speranza!"
Osservavo il dialogo della mia mente travestita da zombie col mio cuore mascherato da eroe e consideravo quanto amassero le simulazioni, quei due. Nel luna park dell'anima, la volontà mia tacita e viscerale, spazzò via gli impostori miele e fiele
guadagnando il momento di silenzio per meditare quello che è, quello che non è.
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Id: 34272 Data: 14/09/2015 12:58:21
*
Note fatali
Raccolgo il mio canto
nelle cifre del mondo che perdo
di vista adesso alle mie spalle
sulle note fatali di un coro
un funerale affollato e una festa
nascosta lungo il sentiero dei giorni
percorrono il cammino del tempo
che resta
all'oscuro di tutto.
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Id: 34209 Data: 09/09/2015 18:09:16
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Il lusso delle gelosie
Mi concederò il lusso del perdono,
senza riguardi che la libertà
di scegliere: una vecchia conoscenza,
imbarazzante, amica mal curata.
(Diventerà quell'armonia tra l'uomo e il cosmo, un canto di lode? Un canto ritrovato, nel mistero, un'intuizione?)
Il dio degli ultimi sorrise dietro le gelosie d'oriente e io lo cercai, lo trovai, mi inchinai fino a terra e toccai i suoi piedi.
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Id: 34151 Data: 04/09/2015 15:22:19
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Colpi e risonanze
Io sono l'ultima ruota del tuo carro affollato, Signora. Dodici punte e trecento lancieri, così che districando l'aurora negra di sole nella vigna
o contemplando un paradiso di foglie e fango, forse senz'arte è nelle mie ossa che si fanno sudori: i numeri, le leggi; le radici, gli umori.
La luce è inumata nei suburbi insonni di cui serbo memorie sepolte da catene, rumori. Nella carne del ventre, colpi e risonanze.
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Id: 33471 Data: 06/07/2015 22:10:46
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Differenze
Come in un'ordalia romantica, seduto sulle sponde ho visto il fiume trasportare cadaveri dei miei nemici molti. Ora ne sono stracco, così bivacco sull'orlo dell'abisso
e ormai da lungo tempo, quindi ho deciso di fare un passo avanti, spinto in questo cupio dissolvi dalla mia incapacità nel distinguere la differenza tra una virgola e un disastro.
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Id: 33353 Data: 30/06/2015 17:10:37
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Stanze - Un intreccio di vimini coi manici
_________STANZE_________ Un intreccio di vimini coi manici
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Mena la danza chi tesse l'intrigo:
si risolve in pioggia il mio sortilegio astratto di endecasillabi sciolti in un paso doble privo di senso semplice se vorrò gloriare il giorno più che nutrire questa serpe in seno.
Carezzo la misura che mi è cara, derido supponenze evanescenti nell'ombra di falsate cognizioni al vaglio d'una manica d'inetti pregni di invidie e torve gelosie
che scalzano con biechi tentativi le ruote circolari della luna, le rose all'orizzonte e la collina degrada al fondo di nature morte, di nicchie e conventicole rapprese
giungendo, fiero ponte d'insipienti che indossano nitori di sepolcro, ad ignorare il lapis, la conchiglia, quel fiore chiaro, autentico e impudente che sfida il vento con la sua corolla.
Se fossero magie quelle botteghe di cui si favoleggia nottetempo, se fosse vero slancio che pervade la torma di parole interessate ad arraffare il poco che rimane,
nella lagnanza dei numeri primi o nei cristalli opachi dell'usura, allora avrebbe un senso di farfalle ogni cesura e l'uso del potere che svelle le sue tracce a redenzione.
Mentre si disfa lentamente il logos, disprezzo questo scampolo di sole, per non approssimarmi come tanti, per mantenere l'estro destro desto e non lasciar la testa nel canestro
di un brivido d'accatto in simil oro.
***
Id: 33323 Data: 29/06/2015 01:20:48
*
Le mie numerose cadute
... non sono che il prezzo dell'impaccio per ritornare ogni volta in vita: Le mie numerose cadute, non sono che il prezzo dell'impaccio per ritornare ogni volta in vita:
lo riconosco bene, così ho deciso di mettere un altro piede nella fossa.
E se mentre compongo o mi ricreo, nell'opera, posso vedere il mondo tanto precisamente e gli uomini nitidamente, è solo perché in quei momenti, sono morto:
agli occhi di un morto, il mondo rivela i suoi meccanismi come fosse minuscolo ingegno di vetro.
^
Id: 32704 Data: 27/05/2015 01:43:40
*
La buona giornata
La buona giornata,
signore, io servo la buona giornata.
eventuale accadimento come in un frammento sottratto al caso, al fato:
la stanza del disagio, come sa il fratello di canto, è una porta aperta di tempo in tempo
così come la canzone all'ignoto cantilenata da un bambino; un apparire d'occhi privi di volto, all'improvviso.
"Docile leggere fra le righe, leggero senso poi, confabulare."
Divenni molte lune per la mia ancella ed ella apparve, insinuante,
signore, io servo, la buona giornata.
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Id: 32703 Data: 27/05/2015 01:30:04
*
Contemplazioni
Ho contemplato l'universo
e ho scorto un fiore.
Sul fiore contemplando
una goccia di rugiada,
ho scorto me stesso,
l'universo e il fiore.
*
Id: 32512 Data: 17/05/2015 18:33:17
*
L’Alias - Divertissement
Lo Spirito dell'Eterno
(cavoli e che maniere!)
predisse in settenari
(consòna in settenani)
l'anima e la bellezza
(l'anima non esiste)
ed agli stolti disse
(e la bellezza muore)
chi capisce, capisce
(ecco una frase nobile)
e chi no, no.
(che chiude in verità.)
*
Id: 32497 Data: 16/05/2015 14:06:50
*
Appunti di viaggio
Sei triste, viaggiatore,
vieni da lontano, non è vero?
Sei stanco di polvere e di simboli;
di letture tra le righe;
illusioni, allusioni ed elusioni,
non è così? Sei dunque
mesto e stracco ma lo sai:
il tuo viaggio è prezioso
nei disagi degli spigoli,
negli angoli esaltati
di bellezza per un attimo,
nel tempo escatologico
sottratto alla sua norma.
Ed è pregiato, il tuo viaggio,
perché per compierlo,
occorre viverlo. Il tuo, viaggiatore, lo sai
non è viaggio d'andata
né di ritorno, è solo un viaggio
di relazione con questo tutto,
nelle grandi e nelle piccole
composizioni reali,
negli eventi massimi o
nelle combinazioni minime
che circolano in giro
nel filo continuo che si perde
e si ritrova.
*
Id: 32490 Data: 15/05/2015 22:23:33
*
Il fiore della vita
Un'ape mi ha punto
in bilico su keter,
sulla mia menorah dorata,
sette note agentine
sussurrano al cuore
il racconto della merkabah.
*
Id: 32424 Data: 11/05/2015 23:37:05
*
Ladagio
* il mondo è fatto a scale, c'è chi scende e c'è chi sale *
Il giorno se ne muore in temporale intanto che ricorre lestamente e senza ammenda, l'ora vitale che mi chiederà:
ma non saprò rispondere perché
quand'anche sale, pare che scenda.
Poi dove accade, è naturale reggere il passo per la scesa
che mentre scende, sale.
*
Id: 32178 Data: 27/04/2015 23:24:25
*
Il tradimento
*
Non ti cerco ma vorrei, in questo desolato abbandono, disteso sulle scogliere aguzze e lucide come i miei occhi che chi sa perché, oggi bruciano. Forse sarà salsedine o iodio del mediterraneo oppure il sole che vorrei dividere con te e il cielo zafferano lesionato a tinte porpora. Non so, ma
non ti cercherò, anche se vorrei dirti di me, saperti e respirarti ancora lentamente al tuo sussulto nel ridere di flauto: alta modulazione. Il cuore vola raso e solo di malanima che già s'ammara negli abissi a sud di questa croce azzurra che mi trafigge l'iride.
Non ti cerco, perché ormai ti ho nel cuore e straccio ogni barlume e quel bagliore che non smette il luccicare poi questa solitudine che m'ambra, rinchiusa fra le mura della torre mia perimetrata al volo dei gabbiani e dalle strida che echeggiano nel cuore, velando di mestizia e giusto qualche lacrima. No, non ti cerco
e non ti cerchero' ma lo confesso, compio un tradimento.
*
Id: 32042 Data: 20/04/2015 22:47:48
*
Due stanze per la fata al fuso del fato
^
Ora dispensa il destino la fata immutabile mia dama fanciulla
oscura e tesse uno stame di vita
come figlia di tenebre e del sole.
Ecco, le affido il compito di avere nelle sue mani chiare indagatrici
d'intimo e di profondo, la conocchia
dell'amore mio, prima che tronchi.
***
Id: 31758 Data: 03/04/2015 22:06:10
*
Simboli
Ma basta, ora basta, con questo nicchiare, glissare, con quest'eludere. Impadroniamoci, finalmente e definitivamente di noi stessi e se no, che ci si dia alla droga, al sesso e al rock an' roll che, in caso di dubbi, resta sempre la scelta migliore. Evviva altre due volte!
Nd'A Le forme mutano, le essenze restano. La corretta attenzione al fondamento dell'essenza, è l'attenzione esatta alla mutazione delle forme.
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Se ora, lettrici e lettori, passassi con una scimmia e un piattino, credete che racimolerei un qualche soldo?
*
Qvalkuno di bvuon kuore, si trofa sempre...
Crazi..
<3
Id: 31553 Data: 23/03/2015 23:27:59
*
Una lettera
^
Dopo la riflessione risolsi di scrivere una lettera. Il turbamento profondo s'illumina d'indulgenza per blandire spasimi innamorati. I voti espressi alla bellezza, ritornano privi di sapienza. "Signora, noi vi amiamo!" Una promessa vaga, come fosse sogno, in tanta estremità. Esitare teneramente; la saggezza opposta o una veste di lana ruvida; una donna troppo amata
e i mille tranelli dell'ora nei quali resta impigliato il cuore. Per comprendere di più, ho interrogato il vento costante, la pioggia battente; il sole pallido della stagione, l'ombra del platano in giardino; ho evocato il genio della terra ed invocato stelle e sortilegi; per capire ma di più, ho capito solo che sono un uomo morto da millenni, infine, con lo spirito corrotto di coloro che ancora credono alla verità.
*
Id: 31337 Data: 14/03/2015 04:19:21
*
Problematica dell’Otto di Marzo
Alle fragranze gialle di stagione,
libero i miei lacci in una pausa di silenzio.
Per una conversione quaresimale di mimose, sono andato a messa, questa domenica
a domandare quali maniere usare per condividere questo amore e la sua fede che non è follia.
Si dice che la vita sia un sentiero da percorrere, una preghiera personale; l'ascolto o il canto; una testimonianza semplice
oppure oltre, in un mistero dolente
o nella gioia. Dove questa fiamma alligna,
si raffina l'educazione del cuore,
della sua luce che ne insegna l'arte.
Non servono altri calcoli
e né ulteriori segni: il còmpito di vivere la vita è facile? è difficile?
[Alle fragranze gialle di stagione,
rendo i miei lacci per una pausa di silenzio].
*
Id: 31130 Data: 09/03/2015 00:34:00
*
Chiavi
^
Nell'espansione dei movimenti Tuoi solari col vello sulla luna schiava d'energie nei ritmi dell'improvvisazione i miei esercizi In equilibrio e le tue mani Chìnati innanzi a me intima
possessione mia ossessa guida quest'emozione lungo i confini tra l'uomo e l'altro. Ripeti e interpreta Trasmuta in rondine il mistero Danza. Danza e rivela
All'atto che congiunge vibra Inarca il senno spalancando il culto Lascia che penetri la tua sapienza La sintonia. In tuo onore essenze e fiori d'acqua - bruci l'incenso all'armonia e poi nel solco chiavi
tintinnanti tra i tuoi seni ad adornare in pendolo Ciondolo dell'ora ed ora veglia Il cielo la terra e veglia estenuato Il mio silenzio maschio già povero Ieri Oggi se non ci sei Domani.
*
Id: 31107 Data: 08/03/2015 14:32:34
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In un grano di polvere
Un diversivo per favorire la fuga di là dal sole: col cuore trasmutato nel grano d'oro che brilla volteggiando lieve sul palmo della mano:
un'immagine affettuosa che tocca l'invisibile; un avvertimento ad evitare i baratri della mente, quando la parola teme l'eco dei significati.
In un'architettura onirica lucente, quadrata stanza meravigliosa, m'aggiro nella pietra nera, ultima Qaaba solenne, le mani tese, un grano di polvere che splende e l'anima affilata ai venti di stagione.
>
Id: 31062 Data: 06/03/2015 18:18:21
*
non ci sono giocherie...
I bambini dormono il loro sonno delle favole, non ci sono giocherie né voci o altra dolcezza che il silenzio,
quando consola i miei nodi d'ombra;
le grazie improvvisate di vento e sassi;
una lama imprevista di chiarità:
lo spiraglio, in un sussulto,
come quando gli amanti vanno lieti
alla gioia, come fanciulli,
la mano nella mano.
Id: 30572 Data: 16/02/2015 17:36:35
*
Pure di fretta
Non passi più per la mia strada, da tempo abbandonata hai la mia fiamma ed io di strada in strada, vago talora stanco. Invero, vorrei incontrarti ancora.
L'ho detto al mare, al giardino e ai venti
che abitano il cielo;
alla luna perduta, alle pareti della mia casa vuota,
lo cantilena il cuore:
per una volta sola,
vorrei incontrarti ancora.
Nulla più resta
delle ore di gioia
trascorse nell'attesa
né più tripudio
e festa al tuo apprire. Pure di fretta,
per una volta sola,
vorrei incontrarti ancora.
..
Id: 30571 Data: 16/02/2015 17:28:11
*
Cala
Sette file d'alberi nel cuore, contemplando neve volare o gli spiriti nella valle, dalle voci suadenti e lontane, discrete, nel sussurro di un a presto
Fulminato sul mio Mediterraneo, nei templi antichi, degli antichi tempi, ora, proprio adesso, mentre la luna cala.
>
Id: 30418 Data: 09/02/2015 17:12:47
*
Ishvara
^
Voglio il mio dio. Il mio dio personale, e me lo voglio pregare come piace a me. Il mio dio: quello per cui - come tutti per il proprio - esco alla mattina. Un dio saggio e canuto o giovane sapiente o lieto monello in altalena, e quando ruba il miele, voglio pure la punizione impartita dalla Madre Sua Divina. Voglio un dio mio, Uno che gioca coi bambini perché li ama, Uno che si siede alla fontana perché è stanco, e disegna nella polvere figure con un'assicella. Uno che mangia e beve con la gente peggiore.
Un dio che sappia farsi elefante e topolino; Uno che sia anche femmina. E non è vero che Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, siamo noi che Lo pensiamo a nostra immagine e poi gli attribuiamo falsamente, l'intento d'averci fatti come Egli E'. Perciò voglio il mio dio, personale, combattente per l'arcobaleno, vincitore delle proprie debolezze; vittorioso guerriero per la verità sostenuta da una risata; bandito del tempo, invasore dello spazio; un dio libero, incurante, severo ed imbroglione, così da provare la mia fede e la mia onestà. Un dio Onnisciente, ma pure sprovveduto quando misericordioso divino amante rinnegato, sorride, un poco come me, e d'occhi chiari. Solo allora guadagnerò, come è stato scritto, lo sguardo di chi ne ha viste tante ed il sorriso di chi le ha superate tutte.
*
Id: 30184 Data: 31/01/2015 18:48:30
*
Spaccando legna ed attingendo l’acqua
Tra veglia e sonno, una storia come un'altra o un protocollo ermetico:
sul sentiero di ruach delle mie cabale o nel tantrico percorso in groppa al prana, al centro trasparente del suo buio, nel sonno mi ritrovai, abbagliante perla luminosa e la mia voce: " quello, son io che sogno."
Spaccando legna ed attingendo l'acqua, desto alla contemplazione del prato già a spirali, meditando le foglie dell'acacia in fine di stagione, traslocai oltre le linee parallele di confine per incontrare l'orlo della gloria
ed il mio altro nobile sostrato fantasmatico di nebbia percettiva, quell'energia dell'essere lucente. Composta la totalità, semplicemente e frequentando tre attenzioni,
dopo aver vissuto dimensioni aliene e visitato mondi indescrivibili, ritorno coi piedi sulla Terra e il capo al Cielo, inclinato albero di Mimi che mira al polo in declinazione regolare tra un angolo di zenith, il nadir e io
spaccando legna
ed attingendo l'acqua.
>
Id: 30056 Data: 25/01/2015 18:46:17
*
News
^
L'ultima novità
al ventricolo sinistro
è il sentiero di cristallo
che corre fino in cima
del mio cranio,
alla fontana:
là
dove zampillano
di me, mille me
radiosi e sorridenti.
*
Id: 29956 Data: 21/01/2015 17:02:43
*
Monotonie
*
Mi fai scrivere alle sponde dell'acqua colomba e sollevi le maree del sangue mio. Ti porgo le mani sotto la luna tenera, i sussulti sulle spiagge di settembre, le tracce di parole che già sai. Nell'arabesco sulla pelle del serpente, scorgo i miei giorni andati e quelli da venire;
un vento galeotto tra le cime dei carpini sul greto, lamenta una promessa a primavera, cantilenando,
in fremere monotono di foglie.
*
Id: 29906 Data: 18/01/2015 22:19:09
*
Chi sa...
^
Chi sa cosa starà facendo Nina mia delle cabale e i segreti, in questo crepuscolar ghiaccio d'inverno.
Forse starà scalando la salita degli dèi o salutando gli olmi che la riconoscono e il frassino sul dosso;
forse starà osservando il bordo di una nuvola violetta mentre declina il sole che acquista in sorellanza . Chi sa se è giunta a casa, rabbrividendo appena nell'accendere le luci mentre che ruota il bronzo delle sue campane
per esaltare i sogni a primavera e tramutare il ricordo di noi nella preghiera.
>
Id: 29821 Data: 13/01/2015 22:28:52
*
Rimandi
Rimanderò il tempo delle mele, l'ora delle more, i giorni dei limoni neri. Alle cinque della sera
mi è cascato un crepuscolo fra i piedi e quasi ci inciampavo se da un provvidenziale nido di civette non fosse sventolato un filo d'occhi grandi a sostenere questa mia fola immensa sui vermigli del sentiero a mezzogiorno. E se ci morirò,
di mezzogiorno, voialtri all'una e trenta imbandite una tavola di pregio ed onoratela, brindando alla memoria.
Per la sopravvivenza mia, oggi c'è questa pioggia che cantilena nell'ansa della corte dove si fa pozzanghera e rispecchia un rimando di cielo.
Id: 29777 Data: 11/01/2015 16:43:01
*
Le frontiere fragili o del Restauro
Le frontiere fragili tra amore e disamore sono infrante di continuo da orde clandestine d'emozioni migratorie che smarriscono sorrisi sguardi voci gesti e mani con le armi in pugno.
E' un'esistenza breve, quella che ci riunisce nelle passioni, nei giochi d'azzardo e nelle maschere, all'arbitrio insolente delle verità personali
ma siamo immortali e ci crediamo tali, nel tempo
della gloria, nei giorni dell'oro, nell'oblio o nell'esaltazione per i grandi progetti, l'idea di sconvolgere,
rinnovare il mondo.
Contrabbandieri dell'eterno, invasori, depredati, guerrieri, sciocchi e catturati dall'assillo dei sogni, dalle speranze di pace.
ma la pace si addice ai morti, nella vita, c'è sempre qualcuno pronto a frantumare l'anime.
Per questo motivo, ho assoldato uomini per il restauro finale della mia tomba.
*
Id: 29710 Data: 07/01/2015 18:02:26
*
Gli amanti
^
Non scriverò che per te di questa pioggia negli occhi, delle corde tirate del mio cardias, dello stracolmo d'anima. Non scriverò che per te narrando dall'orlo di una visione e le tue mani brune.
All'alba mi ridestai nel vasto giorno senza tristezze, col dono della grazia attesa accanto, rotondo sortilegio in sembianze care e dormiveglia.
Accoglieva i miei timori, le ansia consegnate alla terra, le mani giunte, gli occhi di brace, la più amata donna amata, la sua natura rosa la bocca cremisi nel sorriso e un gemito come campana che vibra di preghiera.
Oltre gli alberi del bosco, dove vigila la forza delle foglie e dove il torrente corre le sue rive per incontrare il dio dell'acqua viva prima che la magnolia sbocci nel suo fiore d'avorio odoroso per scansare la morte nell'onore di un arrocco al suo profumo,
bruciano le mie geometrie alle ipoteche del futuro misurato con lo slancio che mi assale sulla spiaggia delle nostre corse per i nostri baci fervidi, al ricordo.
Una lesione frattura il presente da quel tempo assente.
Ma s'avvinghia adesso, nel profondo del sangue, la sua voce che consola, la gloria del desiderio appagato nei gesti svelati, l'amore confessato, per rinascere senza dolore nel mistero della luce chiara e ritrovarci amanti nell'eterno infinito senza ritorno.
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Id: 29079 Data: 30/11/2014 12:25:08
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Fui il suo Re...
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Fui il suo Re nudo, un sovrano inetto. Dagli alberi, dalle pietre, dalle acque rinacqui senza sapere di morte né di ellissi nuziali.
Cresceva la vista d'altri cieli come ora cresce la memoria del buio e non ho respiro che non geme nell'urna.
Angelo muto, matura un'oscura devastazione
e libera l'indole mia ribelle per l'eterno là dove ha pietà di sé l'ultimo sogno del giorno.
Ad altra luce, più dolente e greve, confesso amoroso, il mio deserto astratto nel nome del ricordo suo, giorno dopo giorno.
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Id: 29003 Data: 27/11/2014 00:46:19
*
La parola affascinante
^
Dal fascino fatale della parola: fine, trarrò l'inizio di un canto verso cui avanza il mistero di un nobile comporre inesplicabile.
Nelle nudità del giorno avverto la mia stagione che inoltra, un'eco
d'ansia adulta; il toccar per segni la sua pelle bruna.
In angoli segreti e curve d'oro, nelle voci d'acqua intrepide o tra i solchi d'alba rapida; al senso della vita nel salto dalla rupe o nei piccoli uragani nottetempo
...
Tu ridi che per versi mi declino qui dove sogna il fiore irrevocabile al ritmo monotono del cuore.
E quanto tempo è trapassato con le foglie dei platani arrossite, quanto sangue nelle vene ha colorato il mare;
i tuoi occhi di mandorla, il cielo. Ah! morte mia premurosa
compagna del canto sinistro seducente sorella casta, signora sovrana dal fascino fatale della parola:
fine.
*
Id: 28969 Data: 25/11/2014 22:22:02
*
L’Esprit de la Lumière
^
Ti dirò di una forma di energia, variamente definita dalle ipotesi.
Mi rifletto, rimandando un bagliore da una superficie in modo regolare, secondo le leggi.
E mi rifrango, nella direzione mutata col passare da un corpo trasparente all'altro.
Mi decompongo e mi disperdo, compostamente, raggiando attraverso un prisma di cristallo.
Nell'energia diurna, solare o nella fase sua notturna, siderale; nel sorgere e nel tramontare o nello spazio d'un paradosso di OB, dove gli universi si misurano per intensità: la luce. La luce
della mia anima fragile, che, amorevole, colma e cura le ferite con la merviglia della gioia
[Lumière qui guérit l'âme
et les blessures avec la meraville de la joie.]
Osservando il suo gioco scintillante nei gorghi impermanenti che vorticano lo spazio e le emanazione del tempo
intorno
assediando gli occhi
fino alla Vista.
^
Id: 28869 Data: 22/11/2014 01:11:48
*
Del sogno
^
Come se bastasse sapere d'immaginare
un sogno.
Bisognerebbe venderlo al mercato dell'indigenza
e col denaro acquistare
ancora fantasia.
*
Id: 28859 Data: 21/11/2014 18:19:59
*
Forse mi trasferirò...
^
Forse mi trasferirò
a Lugano.
Sono solo,
temporaneamente,
un bravo ragazzo.
Serpente su un albero,
artiglio nella sabbia;
nessuno sa dove sogni.
Vagheggio a notte:
ricordo un giorno
ventoso di marzo,
le nostre corse
sul crine dei coralli.
Tutto è mutato.
Il ciglio della strada: quella è la mia gioia.
*
Id: 28837 Data: 20/11/2014 21:08:44
*
[...] poi...
[...]
poi il fuoco riprese e le resine lambirono d'aromi la luna del primo freddo. La luna d'eucalipto, la luna nelle case d'inverno. Si strugge la legna alla fiamma dei carboni nei bidoni lungo un asfalto di platani.
[...]
poi nello sconcerto d'io, leggero come un gemito di canne al vento allor che spira lieve, per ogni implicazione di un appresso, lo stesso adesso: ciascuno in fondo al fondo, lavora alla sua mappa.
[...]
Id: 28732 Data: 16/11/2014 19:23:23
*
Un titolo
Di ritorno dallo spazio esterno cantando uno dei ragazzi a Maria, che avrebbe voluto amarlo
lungo questa strada di briciole; una canzone per uno, la verità per l'altra: una vita di diamante, il giorno memorabile.
Nel circolo quadrato ritorno viaggiatore misterioso e ascolto lo scherzo numero nove danzando un tango nubiano;
Maria, smarrisciti in un titolo: l'amore non si spiega.
Di ritorno dallo spazio esterno con noi desiderando in conclusione sorridendo ai castelli per aria e di più, alla fantasia.
*
Id: 28731 Data: 16/11/2014 19:16:37
*
Sulla scrittura
^
Sulla scrittura
^
Quello è il rischio della scrittura! Se non avessi scritto quello che sentivo, le mie impressioni spassionate, se le avessi scritte altrove o chi sa in quale altro modo, non sarebbe intervenuto un putiferio all'angolo del caso, ed io non sarei triste.
Voglio costruire una zattera del tempo o una lampada ad olio per redimere la colpa mia d'aver ceduto alla vanità di dire.
>
Id: 28520 Data: 07/11/2014 22:28:00
*
Mi piacciono gli endecasillabi e non solo
^
Mi piacciono i suoi seni cantalupe e la sua pelle bruna. Mi piacciono
le mani e i piedi chiari, la scintilla degli occhi, il filo d'oro dei pensieri; i percorsi intentati del suo cuore
e fosse solo questo, basterebbe:
mi piacciono in realtà mille occasioni per cui restare insieme a favolare del vento sopra al mare dopo i sogni per un momento carico di slanci, un attimo curato d'attenzione ad ingannare il tempo, ore ed ore.
M piace come spinge la sua lingua tra le mie labbra trepide in attesa; mi piacciono i colori, la sua voce
e poi gli endecasillabi, è una croce.
>
Id: 28373 Data: 31/10/2014 22:39:23
*
Rebecca
Art: Manfred Koschabek
Rebecca
^
A lungo attesi Rebecca. Non venne e mi addormentai. Sognai i suoi gemiti in una casupola ai margini del parco, dopo mi feci silenzio e attesi
scorgendo le catene invisibili, quelle che non si infrangono, quelle che legano ogni uomo a un altro, ogni uomo a tutto, così dissi fra me, quale altro fine è nobile quanto scrutare un mistero?
Pensai che i demoni avessero incantato gli attimi che burlai con l’agio minimo di un cabalista zingaro, cantando.
Le donne, intanto,
con le loro nacchere donavano echi alla casa, danzando al ritmo lieto delle canzoni del liutaio.
Furono bei tempi, poi
mi feci silenzio e attesi. A lungo. Attesi Rebecca ma non venne e mi addormentai.
^
Id: 28348 Data: 30/10/2014 21:29:53
*
Alla mia Signora
^
O mio mistero, diverrai gloria, quando ti svelerò. Intanto
riscatto ogni peccato originale
tra i deliziosi sughi del mio cuoco in festa,
l'ultimo lieto evento di betulla e non di meno batto bandiera nera
nell'inventare trame trapassate
da parte a parte per ottenere
un risultato poco raffinato,
disponendo di un cuore colmo d'inquietudini. Sono di nessuna
utilità pratica, per il mondo
ma forse le mie gioie
o le sette preghiere
fervide mie pietose,
perle sono, rubini
e adornano lo spirito lieve
della mia Signora.
La mia Signora è l'amplesso della bellezza, il compimento del desiderio,
il coito d'oro e dispensa
l'estasi dell'ardore nell'unione.
*
Id: 28281 Data: 27/10/2014 23:11:51
*
Ti dirò...
Ti dirò, non ho più mani forti per sostenere il vero, il falso : aspetti contigui e disuguali della stessa impostura tiepida.
Concime della terra cruda, cos'è che ieri non c'era ed ora muove profili e nuove tavole?
" Vischio di natale che avvicina e dona fosforo ai platani della metropoli; idrogeno,
ossigeno, scorie e un mormorio nella corrente."
(La notte ha una lesione di mercurio nuda in un diluvio di piccole spighe e cantilene.)
La pioggia cancellerà con due gocce, infinite geometrie, impalcature di senso dalle quali precipito, di tempo in tempo.
[Ora ricorre un nodo lieve d'onde quiete, sintonia per inchiodare alla sua luna, le mie pene.]
*
Id: 28278 Data: 27/10/2014 22:40:03
*
Dopo la pioggia
^
Una goccia di cristallo in bianco e nero
bilica sull'apice dell'agave. Io sono, questa volta, un menestrello
e canterò al ricordo delle ceneri in armonia:
sui prati di mezz'autunno,
il crepuscolo è una palude vergine
e presto mille carezze solcheranno i sogni
e mille inni estatici al mondo onirico:
sette stelle occhieggiano dal ponte, trafitte dall'ombra delle promesse. Rimetterò tutti i tumulti del sangue ribelle e
onorando il mio canto, m'abisserò nel vuoto del silenzio nel mezzo delle condizioni.
S'è mutato il clima, non so, forse
nell'aspetto del cielo, nei toni di qualche malinconia o nelle crepe
del mio muro dove la stagione accumula
spore di muschio.
*
Id: 28225 Data: 25/10/2014 16:02:39
*
In sacrificio
^
Signore delle mie contrarietà,
accetta il sacrificio eletto
in tuo nome; ti sia grato
il gesto autentico, la libagione:
cancella ogni nozione del tempo
e mostra la tua sfavillante
misericordia, o re dei draghi.
Che io sia risparmiato,
recando il passo delle danzatrici,
sulle rive sapide dell'anima, alla canzone gioiosa,
ti cederò, supremo mio contrario,
il mio elisir e il riso radunato
al desco delle astrazioni.
Elevo il canto dall'ultima dimora del villaggio, esprimo voti d'ospitalità
e servizio: suonerò la grande campane delle ore
e renderò onori, mio antagonista,
al tuo trono di fuoco.
*
Id: 28221 Data: 25/10/2014 14:00:21
*
Che l’ordine delle cose segua il suo corso
^
Uomo al centro del mondo reale tra le cure solerti della terra nel gesto celeste d'accudire il rosso, osservando il volo verso settentrione di grandi uccelli dalla livrea grigio cenere, rammento, mi raccontò del baratro alle sue spalle senza coscienza ed inatteso, un riparo di suono; il freno ad arrestare una possibilità fatale.
Che l'ordine delle cose segua il suo corso.
Rivendica i controlli, nostra sorella casta, adesso, distante e fiera nel manto lungo il sentiero che procede dall'universo accanto. E avanza, nelle emanazioni del sangue e nelle linfe, lo sguardo fisso di firmamento, il sorriso ferino, esaltato e avanza. Altera, avvenente attraversa il ponte che mena di là per narrare l'ultima storia del mondo.
Che l'ordine delle cose segua il suo corso.
(Quanti colori ha la fiamma
e quante vite, il cuore?)
Un omaggio per un bacio di luna fatato e più che amore riunirsi nel sole, devotamente arresi.
>
Id: 28152 Data: 21/10/2014 21:03:55
*
di ritorno dal bosco
^
E' giunta da lontano,
forse dal lago del bosco,
o forse da più lontano ancora. Reca tra le mani
settantadue meraviglie,
un cavaliere errato e
cento puledri del Re.
(Nel corallo di Sardegna, rosso
come sangue di toro o
nelle delicatezze rosa pallido
dei coralli pelle d'angelo, leggo le sue cosce zingare irrequiete
mai ferme sotto le nuvole.)
Non chiedermi nulla; nel cercare la via s'incontrano vuoti e lune incomprensibili.
A Vienna, le tue frasi s'intrecciano agli echi nello specchio
dei ti amo, ti amo e ti amo
rapidi in un valzer vorticoso
sulla Judenstrasse, dove giocano
i bambini rincorrendo luci
di boemia con le ultime note danzanti.
Griderò questa mestizia alla cupola della cattedrale moresca;
al fuoco, al monte del golfo; ai coltelli
e ai mandolini; dalla roccia del cuore
m'estrarrò oro bianco lacerato; mi stringerò alla ruota, al cuoio
e alle tenerezze sgranate. Sul sentiero
acuminato dagli angoli di spine e dalle schegge degli spigoli di sole,
s'abbrevia il destino e il respiro s'arresta
per un attimo, di ritorno dal bosco.
>
Id: 28121 Data: 20/10/2014 13:14:09
*
Domenica mattina
^
Raccoglimi nelle anse tranquille
delle tue valli e anima i fiori,
mia ora di stelle. Tocca il suono
a stormo delle campane a festa
in questa mattina di rosso cremisi
e cieli turchini. Sette note
nei diesis dell'inquietudine; tra la notte e la marea,
continuando in apnea,
spartirò la mia allegria:
una mano sull'indole,
come carezza tiepida,
nel tempo indebito
di due parole in croce
per un presagio da trattare con cura,
là dove attende la resurrezione, lentamente, scorro i grani sottili
del giorno, nella buona fede
dei fiori, lungo i filari
ordinati della mia vigna linda.
*
Id: 28107 Data: 19/10/2014 14:25:23
*
Il sottile velo delle tracce abituali
^
Quanto ai miracoli delle leggende,
mi accuseranno forse di eresia
per il senso mancato degli accenti,
nascosti nelle impronte abituali:
è rimasto calato sul silenzio
il tempo reincarnato e
una gioia novella da venire.
(Ho l'anima in un albero della conoscenza
e gli occhi in un fiore, un oceano
nel cuore a frangere.) Ecco,
realizzerò i miei voti nella loro forma
per compiere un percorso senza ostacoli
in uno stato di grazia vitalizia, nel sogno o in questo corpo fisico
con tutti i contrassegni maggiori
e minori. Lontano, oltre reami
tanto distanti da qui,
ogni esistenza è possibile
e il velo sottile
delle tracce abituali, si solleva appena per un attimo di vento.
>
Id: 28070 Data: 17/10/2014 16:38:56
*
Aspettami!
^
Intona su note stravagate
il mio sortilegio astratto di parole: ho preso con me
un manto, un canto, la tabacchiera nera,
tanto per colmare la misura dei miei peccati,
in nome d'un pizzico di fuoco
e contemplando un che di fiamma in fondo agli occhi
seppi lo stupore profondo del caso favorevole.
Ah, morirò di questa vita!
[Non ho una dimora e finirei miseramente se già non fossi accolto.]
Il mago soffia
nella conchiglia l'anniversario del ritorno
alla follia del sangue, della razza.
Il fato, momento per momento celebra il nulla
assoluto dove tutto è
negli arditi tratti delle cifre, privo di importanza.
In corteo con gli unicorni attraverso le porte strette
mi avvicino al regno che lo spirito umano liberamente domina Aspettami alla vita vera, nel vero essere
del nostro tempo nuovo. Aspettami.
*
Id: 28069 Data: 17/10/2014 16:10:34
*
Nina o dell’alchimia
- una calma relativa, come sull'acqua o sul primo affiorare del verde nel roseto:
il mondo è un uragano d'impressioni, una sequenza di splendida atmosfera che danza tra i filari delle vigne; una sbornia serena, ebbra d'eventi sull'orizzonte illuminato ed oltre,
Nina: profilo d'elfo, canto di sirena. La visione nella spuma marina; una teoria di foglie dei platani lungo i viali a fare d'ocra la via o la cascata nei vortici a precipizio verso l'infinito di là dalle condizioni,
come a indurre una vertigine, alchimia mia lucida, estranea di parole
dove per confidarle, corde care allo spirito, ineffabile Amor mio, soffio d'intorno, l'intera frase avanza, preghiera in brividi e abbondanza: un'affluenza fra questo sé che langue e il me che spera.
>
Id: 28020 Data: 14/10/2014 21:13:30
*
Della pienezza
^
Ho gli occhi ricolmi di te:
delle tue mani. Ho le mani
ricolme di te: della tua pelle.
Ho la pelle ricolma di te:
del tuo petto. Ho il petto
ricolmo di te: del tuo cuore.
Ho il cuore ricolmo di te:
della tua anima. Ho l'anima
ricolma di te: del tuo amore
che mi ricolma, della sua luce.
**
Id: 28007 Data: 14/10/2014 14:22:08
*
Vigilia
*
La seconda vigilia fu solenne nella preparazione spirituale al dono, così alla veglia. La notte trascorse senza sonno, in devozione nell'aspettare fervido, fremente. Per domani, mi vestirò di bianco
e sopra indosserò un manto rosso per dirmi fiero e più disposto, pronto ad essere ferito senza tema per incontrar amore lungo il giorno ritrovato novello e la mia sorte dopo la tua vigilia rinnovando l'attesa della sorte che è già festa.
***
Id: 27930 Data: 11/10/2014 02:15:58
*
Rahab (tre distici per Rahab)
Per fede, credendo l'incredibile;
per fede, vedendo l'invisibile;
udendo l'inusitato, per fede
e sulle note di un canto noto
o nei sorrisi arresi alla meraviglia intorno.
***
Id: 27808 Data: 04/10/2014 19:13:15
*
EDP del tempo medio
^
Cantiamo un canto e poi cantiamo un canto - codesti son versi endecasillabi -
Una canzone dolce, una canzone cara, alata, una canzone. - questi son settenari -
Poi, per conferire slancio mi faccio parisillabo e mi svolgo in ottonari: sembra che scivoli meglio, l'esercizio improvvisato che si fila altisonante.
Dopo mi fermo e mi domando ma lungo il maggio di novene ne comporremo novenari?
Un verso dell'est potrebbe sovvenire a dare smalto.
in chiasmo rovesciato così com'è il dettato:
- codesti son versi endecasillabi - Cantiamo un canto e poi cantiamo un canto.
***
Nd'A.:
Un EDP è un Esercizio Di Poesia. Così, ben lungi, questo mio, dall'essere una poesia, tuttavia, m'è piaciuto pubblicare l'esercizio.
Id: 27806 Data: 04/10/2014 17:33:20
*
Null’altro che
^
Vado depredando classici amori indimenticabili, così ben mascherati da trarre l'inganno in doppio nome, luminoso e candido, chiaro come un'epifania.
La speranza è come l'anima, per chi ce l'ha, non muore e nel delirio ermetico diletto di poco accenno avanza, attesa di canto, l'incontro giusto e definito per aversi infine come magia anelata. Superstiti d'amore e un'altra volta, amore
privo d'ogni norma che ricordar mille parole scritte o dette cuore a cuore. Uh,
che banale passaggio di metafore in rima più che usuale! ma se l'eco suona certa dell'ancòra e in fretta, a sigillare con un bacio, quel nome che solo si conosce, come per dire - bello incontrarti - ecco che viene, con la stagione, la solita speranza che termini mai, forse illusione o nulla, null'altro che desiderio, di parole, della sua voce cara.
***
Id: 27728 Data: 01/10/2014 00:12:03
*
chiasmo d’amor e di domanda
^
Che vuoi che scriva, amoremio? ho altro per la mente e in fondo al cuore, e altro nelle viscere mi tiene:
è il pensiero di te, che assorbe ogni orizzonte già definito chiaro, che vince intrepido e rapisce l'indole mia distratta al mondo, dal desiderio della pelle tua di seta, mia pesca di velluto,
brillante rosa rorida virtuosa di spine
e petali odorosi, carnosi come labbra nell'oro.
(nell'amore che provo, alle tue suggestioni, mi occorre riposo.)
Sei Sem, sei R'lung, sei Essere e Vita:
mi ricrei e mi vivifichi; mi sei mistero trino, Visarga l'immortale, Indra e Viraji; mio chicco di pisello che nell'unità cela due mezzi.
Arundhati spietata che tutto distrugge nell'ascesa e solo per ricreare, ritornando, violenta per lo slancio all'unione, energia saettante e sottile emanazione assillante di miele che cola e distillando mondi compiuti;
stilla la mia passione e ingoia premendo la tua lingua sul palato, il nettare che t'addolcisce, sussurrando in nenia devota di novena:
amato mio, ti bramo, mi tieni; ti amo, vieni. Mai mantra fu più docile
nè sarà più armonioso, nell'attesa arresa della sposa, per il suo vezzo, le nostre nozze;
quel giorno che tutto ricompone, tutto depone.
Così, che vuoi che scriva, amoremio?
***
Id: 27627 Data: 25/09/2014 17:25:12
*
Clandestinità
*
Sommergi il mio Amore
e che nessuno ti scorga,
affondalo nel Cuore
e fanne una Perla.
***
Id: 27562 Data: 22/09/2014 12:53:58
*
Chi sa perché...
^
Chi sa perché il mio spirito s'è ambrato d'improvviso e blu oltremare s'è tinto alle mie spalle. Saranno il mio castello magico sulla sabbia che sgretola ai bastioni o quest'ettaro di vigna
che già s'arrugginisce in sfumature d'ocra in fine di stagione. Non so, forse un aspetto del cielo, nei presagi d'autunno o nostalgia del mare.
Accade, di tempo in tempo, che l'anima s'attristi e viva sola, senza mai piangere, senza sorridere, catturata da una struggenza languida che più s'affonda agli occhi accarezzando un cuore celeste preda dei desideri.
O forse è solo nostalgia della sua voce, di un fremito; la nota vera, una carezza di sole.
>
Id: 27550 Data: 21/09/2014 19:25:10
*
Tremila passi...
^
Tremila passi per raggiungerti solo per vivere il tuo corpo, la sua forma sull'indole.
Ore perfette di senso, liquori e aliti
scambiati all'ombra di un tempo clandestino
col cuore che pulsa alle labbra promesse segrete di seta rossa o fiori bianchi.
Il mio rosario canta la nostalgia di te. Ecco, vengo a consumare la tua bocca
ornamento dell'alba, a smarrirmi nei tuoi solchi di conchiglia specchio lustrato della mia meraviglia ordita da voci antiche, fiati di viola.
Già splendono tre lanterne
nei miei occhi senza volere. E tu, brezza di mezzanotte, acquieta il sangue testardo di brama alle soglie di venere inseguendo i suoi sorrisi di neve,
le spire del vento tra i seni in un gioco di luna magistralmente condotto alle colonne del tempio
ora, per servire il mistero glorioso del rito eterno.
***
Id: 27534 Data: 20/09/2014 23:49:51
*
Andirivieni
È il tuo desiderio,
scopri il suo caso.
Ora urla fedelmente: " Io sono il Santo", lontano, danza sul fuoco della notte, ornato dalle effigi dei serpenti sacri,
un canto d'acque, nel silenzio dei ricordi a scandire nel petto un battito lento,
chiedendo quali intenzioni fossero
rotolate come sassi su quell'anima che procede accanto.
Oasi di stelle ti scintillano gli occhi
e sospiri allungati su stringhe di pelle dipinta,
tranquillo attraverso veli di pioggia il riposo sofferto del corpo
Che il Signore provveda alla sua razza
il riposo sofferto del corpo
tranquillo attraverso veli di pioggia
e sospiri allungati su stringhe di pelle dipinta.
Oasi di stelle ti scintillano gli occhi
rotolate come sassi su quest'anima che procede accanto
chiedendo quali intenzioni fossero
a scandire nel petto un battito lento
nel silenzio dei ricordi,
un canto d'acque,
ornato dalle effigi dei serpenti sacri,
lontano, danza sul fuoco della notte. Ora urla fedlmente: " Io sono il Santo",
scopri il suo caso.
È il tuo desiderio.
**
Id: 27528 Data: 20/09/2014 16:31:02
*
Ricordo...
^
Ricordo nitido d'ultimo sogno:
intorno ad Angkor ti vidi rossa
sapiente di sangue vergine gitana pura e incasta nelle stanze chiuse. E tuniche stracciate, sognai
tremando presso l'equinozio d'autunno.
Tracce scarlatte sull'oro.
Ore vermiglie sull'orlo dell'abisso tra le labbra di conchiglia, tua meraviglia, mio senso in doppia schiera di fiati intonati.
Tra gli anemoni e frammenti di cielo urlerò il Tuo nome per sussultarmi il cuore turbato da questa mezzaluna di piombo e anellando il silenzio intorno al mio anulare pallido.
Ora sulla chioma di un ulivo giovane
ti riconosco mia grande ventura
incessante nel bricco di latte e biscotti:
antico rito fanciullo per ritrovare il mare.
Morirò sul vasto specchio del tuo cuore o tra i tuoi seni in attesa e nel mentre, scrivo.
***
Id: 27520 Data: 20/09/2014 01:31:16
*
Rimani anima mia
^
Assalito dal cielo,
con la vigna che canta,
rotolandomi echi sulle labbra,
omaggio alla ghirlanda dei tuoi baci.
Sui rami dell'alloro, un'idea nuda
trama lo sfavillante silenzio; il tuo viso è una luna senza menzogna con occhi che vedono rinnovata la vita.
Anima mia rimani
nel vuoto del cuore, distillando il sangue reale
o cavalcando la pulsante follia.
Amore di sempre. Amore di mai.
mio amore distante, amore non ancora,
offrimi la tua danza rayuela
rintocco fanciullo nella sera tiepida
e mormora:
mio amato, mio fato scontrato per caso
io ti voglio,
per ogni istante a venire.
***
Id: 27482 Data: 17/09/2014 20:09:19
*
Incontriamoci
^
Nella magia di favole in declino,
tra resine odorose notte tempo,
incontriamoci un attimo sull'ora
di mille sere corse a sorvolare
la notte che s'avanza lentamente
sul nostro giorno colmo in pieno sole
o nella cantilena che sorride
di ore scombinate dopo cena.
Incontriamoci al gioco di parole
per quest'inganno a tutto quanto detto,
lo scritto, il cogitato. Finalmente,
incontriamoci, vuoti nel silenzio
senza più vuoto, senza più silenzio
per ritrovarci o per ricominciare.
***
Id: 27440 Data: 15/09/2014 15:37:54
*
Acrosticando Coraggio
^
Che non ci siano paradisi
Ostentati né
Romantici amori senz'arte
Adesso
Gioco con le mie ossa
Godendo nel naufragio del sangue
Il tuo corpo di mandolino e vaniglia
Ornato di nuova passione.
***
Id: 27438 Data: 15/09/2014 14:58:33
*
La Sposa Kundalini
^
Tu mi amerai
e abiterai il mio cuore?
Vengo a cercarti,
senza respiro, da mondo
a mondo ti chiederò.
Mi accorderai
il tuo vasto favore?
Tu sei la dote,
ornamento, i doni
che soli l'uomo può domandare.
Mi svelerai
il tuo arcano segreto?
Nelle tue curve
prendo ristoro, dal capo
ai piedi, mia dea, t'adoro.
Mi esaudirai
e prenderai il mio amore?
Sposa divina
di nettare pura, comanda
l'unione, aderiscimi a te.
Nella mia anima avrai dimora?
Fulgida Gemma
ammantata di Gioia,
nel tuo bagliore ripongo il mio Sé.
( Il mio desiderio
danza.)
Il resto è chiaro.
***
Id: 27396 Data: 13/09/2014 14:41:44
*
Ciclo del mio Signore - Nove Cori e uno sgabello napoletano
i - Il tocco
^
Il Signore mi ritrovò, solo, sull'orlo
della mia fede,
ancora una volta,
triste e solo.
" Signore, guariscimi. Tocca la mia mestizia
e sanami nel tuo cielo."
Ecco che viene. Ecco che viene nel luogo del benvenuto, lieve, dondolando le mie stelle con mano fatata.
*
ii - Della diminuzione
^
Dove sei stato, mio Signore?
Ti ho cercato nel consueto ritrovo, altrove e nell'anima mia,
dove dimoravi.
Ho scoperto sgomento, il tuo vasto andar via
poi appresso scrutando,
rinvenirti smarrito,
mi ricolma di te.
*
iii - Dell'accrescimento
^
Il Signore
incurante, mi segue attentamente. Costante.
Tempo trascorre ed io, perdo terreno.
*
iiii - La coppa
^ Quale ricolmo calice offrirò al mio Signore, quando Egli chiederà?
Gli porgerò la coppa del mio cuore incisa dal dolore, dall'amore, dal colore delle età;
la mia timidezza,
un'insana follia:
la brama per la libertà.
*
v. Scaglia!
^
Il signore del mio Signore ordinò: scaglia! Il sasso rimosse le acque
stimate chiare affiorando mela di melma e melma.
Alligatori sacri e serpi del principio infangarono il fiore che s`addolcisce al nettare del suo desiderio. Nel centro,
le tre forme del tempo divergono:
oggi non fu già ieri e sarà mai domani mentre decanta e traspare, mota sedimentata, l`acqua più chiara.
Ora il mio amore brilla
come fiamma costante
nel luogo senza vento.
*
vi - Dell'ovvio
^
"Nelle tendenze candide, mio amato, perfette come tribolazioni, io mi deliro a te, tu mi stupisci: è ovvio.
Perdona signore il mio
modo moderno e resta
fino al mio fondo
Tu assemblami e addensami, calibra leggerezza e greve, poi tarami e marcami col tuo sigillo chiaro, oscuro per mistero. Amato mio, ricreami e che sia tua la forma.
Perdona signore il mio
modo moderno e resta
fino al mio fondo."
*
vii - Principessa
^
Se avessi avuto tempo per Te, di più avrei donato alla amata tua Principessa.
Dove sei, mia principessa remota, futura Regina? Nella mia nebbia risalti intessuta di Essere e Vita: sei qui!
Il mio Signore conceda tempo
per contemplarti ancora,
levandolo a se stesso.
>
viii - Ovvietà
^
Signore, m'hai confuso. M'hai confuso di nuovo, nell'arpeggio delle voci, nelle corde o nelle nebbie dell'alba azzurrina.
Io supplico: quando non so capire, dèsolami, Signore ma non confondermi.
Nell'aspetto femminile e nello, ancora nello, anello congiunto promesso da occhi donna ed annidati al seno, il nesso
del flusso glissando, Signore, dal carosello celeste delle parole alle porte, al presente smarrito, m'hai confuso, Signore!
M'hai confuso.
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viii - Preghiera
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Il Signore mi santifica talora alla sua cura e crede di me nobili cose ma io,
posso sbagliare,
Lo prego di volermi così come sono -
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x - Vernacolare
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Parlo cu 'o Pataterno, ognittanto m' n'addono.
'Nce dico cose mije, sciaure, vulje. Je crere ca me sente, sente e capisce;
se ferma 'o tiempo e 'o munno quanno 'nce parlo sulo e se 'nce dico overo,
Isso me sente, sente e capisce
e tutto fernesce.
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Fotografia di Henry Wang
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Id: 27349 Data: 10/09/2014 15:52:05
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Fatti acque...
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Fatti acque e inondami,
beata fonte del desiderio;
sommergimi nei tuoi solchi
e plasmami di pietra prima che fiotti
nella natura che m'aderisce,
ventre della luna imbevuto di stelle,
dove scorrono più vortici di noi,
memorie del caos,
pianure divenute vette.
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Id: 27295 Data: 08/09/2014 08:27:03
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Sogno - due tanka -
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La notte posa una morbida coltre
sull'acqua cheta: la nostra barca lenta
s'avvia all'eterno rito.
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Iside sorge
riflesso solo nostro, brillantamento:
alla deriva d'onde
siamo congiungimento.
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Id: 27269 Data: 06/09/2014 13:18:07
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Se...
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Se deludesse l'àmbito
di questo chiacchierare,
da quella stella all'altra,
si carceri la notte.
La torma di parole,
mute per ascoltare,
odono nel silenzio,
queste mie ossa rotte.
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Id: 27214 Data: 03/09/2014 16:37:43
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Tentativo autobiografico in cinque movimenti
i - Ho tessuto trame di speranza per rammendare l`anima mia lisa nel cuore del mondo;
ho cantato canzoni liete al mare silenzioso del mattino mentre calava la luna di marzo.
Con la veste lacerata di scirocco, ho contemplato nubi a perdifiato. Ho conosciuto le danze della musica, le coppe del vino, i baci dell'amata.
Ora lascio: lascio l`ombra dell'albero, gli usignoli in giardino, il respiro tenue del tempo. Roma, New York:
il passato, il futuro; il presente rivoltato, abbattuto dal nulla; la mia fantasia insana, le strade secondarie,
le pozze della marea; il pianto lontano dei gatti. Sussurri, l'anima mia, tutta la notte.
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ii - La quota della somma mia m'è vana:
che vuoi che ti racconti: i salti d'anima sul ciglio della strada nell'attesa di un'altra morte nuova? Il fondo dopo il fondo; il sangue che rovina?
Fammi ragazzo ed olio sopra l'acqua, chè tale resta, a galleggiare, dopo i naufragi, le derive, troppe navigazioni, la zattera ed il fato, la mia sopravvivenza.
^
iii - Passo in rassegna i ricordi
come un usuraio, il suo oro:
rammento
i giorni del mio tempo già tersamente oltre la cuspide del giro:
le esaltazioni alate, fragili e le cadute; l'oblio delle moderazioni nell'eccesso, l'età degli ori;
lo scacco matto e più, le privazioni nel disagio senza soccorso o tregua. Un capitolo d'anni sfogliati in fretta, lentamente: tenebre e luci.
Rammendo
questi sette squarci laceri sul manto mio consunto, indefinito, che a nominar, potrei azzardare:
anima.
Il ciclo che continua intorno al nucleo, prego che non s'arresti,
se non è dato il caso,
ogni uomo è prigioniero dei suoi dèi.
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iiii - Quando la giostra delle occasioni mancate vortica senza freni e non c'è altare né consolazione, alcuna voce in coro, solo, io sono l'uomo:
sono l'uomo del desiderio, guido l'anima all'inferno ad esaudirsi e la discesa tiene obliqua mente agli inferi e discende, scortata d'angeli e diavoli incatenati
allo stesso mistero,
tra la notte e l'alba, insostenibili, a centomila piedi, io sono l'uomo:
sono l'uomo delle chimere, troppo distante al cielo che si fa più chiaro, forse indicibile, penetrando il ventre della terra, in attimo angolare, incandescente magma nel cuore di pietra della madre e non c'è nulla, niente
che voglio significare ad esclusione di un'immersione a fondo nelle memorie di questo mondo là dove la parola si fa follia ed io
sono l'uomo delle promesse, senza sapere come.
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v - Uso del mare fare mio rifugio e naufragando inabissarvi l'indole o navigando, in un delirio d'albatri. Sangue salmastro a scorrere le vene e sale e sole ad affondare rughe. Lungo il nuraghe ai muri dell'acanto, campo celeste e limite del cielo.
Sono rinato d'acque che schiarano lo sguardo, son rete di tonnara e vela senza tempo o notte di bonaccia,
urlo di fortunale. Cuore colmo d'oceano che frange palpitando, tavola del mio olio, talora goccia in pianto.
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Id: 27187 Data: 02/09/2014 15:39:19
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Silloge d’Endecasillabi
I
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Il mio destino fragile depongo nel pozzo ai desideri della luna.
Risaltando, quest'ora mi solleva nel sole di un tramonto zafferano.
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II
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Che cosa raccontiamo quando siamo sulla scena, di noi più della rena che corre, tempo lesto, tra le dita e scorre mai tradita dai suoi vetri; di questo spazio in metri che misura le prime angustie e lentamente usura
le trasparenze a dire tutto il cuore,
ricerca della cura all'indigenza di raccontar amore mentre oscura? Nero, è il colore delle mura intorno al capoverso della mia scrittura.
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III
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Di noi rimanga un ridere sommesso, per questa vita mai come l'aspetti; la danza dei miei giorni scardinati turbina pioggia e sole in alternanza
e il tempo che mi fugge fra le dita, è sabbia di castelli fantasia corsara col suo vento che dirocca come respiro denso di tempesta.
*
IIII
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Briganti, gli occhi tuoi dentro il mio tempo,
in quel miraggio d'acque controsole;
nuovi giorni di sogno inesauribile
per catturare il vento o per difendere
i crediti del cuore e poi brigante
la docile parola senza senso più questa croce nera in fondo al cuore.
*
V
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Mio cuore di bolina e senza sale,
ti perdo nei marosi d'ogni coppa;
il tomo delle fiabe sottosopra, insinua tutta pura l'anarchia:
vivi felice ed incompiuta e a lungo,
mia anima assolata e controvento.
*
VI
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Arare questa vigna di buon'ora sferrando col sudore la vangata; la prima gemma scorta controsole che nuova luce e se ne adorna il tralcio.
Altalenando per vibrare il colpo giusto in sequenza per la fila d'oro, all'improvvisa brezza di levante, la marra elevo come una preghiera.
E giù! Scommetto; vedo la promessa: il ramo colmo ed il raccolto pieno. Saranno il tempo, il clima, mutazioni nei vuoti zodiacali o nei suoi pieni;
gli dèi, la luna o la ventura, il sole, come la vita, giostra d'occasioni. Gioco l'azzardo, affondo un'altra mossa e giù! mentre già venere declina.
*
VII
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Ho lavorato veramente sodo ,
durante questo giorno soleggiato: le perle di sudore assai salate, sono misura giusta del mio braccio
e con la spietatezza della falce, m'appago quando stanco e senza tedio, prendo sollievo al desco della mensa, nella dolcezza piena dell'attesa
casta di vino rosso e desinare, di un ristoro di sonno che già pesa sottile sulle palpebre e rapisce, per consegnare ad un silenzio pago.
*
VIII
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Il giorno spinge il cielo a prolungarsi
nel mare, fino al sole che declina,
per raccontare stelle che verranno.
Sulle mie mani, scorgo le stagioni
e ancora mille tracce della vita,
scandita al grano biondo che matura.
Nella mia mente un canto si sussurra,
tenue legato a un lieve fil di nulla,
oracolando amori che saranno.
Disteso presso il limite del giorno: silenzio, grazia colma che ristora,
come carezza aperta sulla sera.
*
VIIII
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... ma quante volte si vive quaggiù,
su quest'orlo di favola d'abisso,
sotto il sole smagliante dei serpenti
e dove un morso dolce diluisce
l'acredine del tempo che non torna?
Noi navighiamo sulla stessa barca, da sconosciuti: il resto, la sorte e io.
*
X
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Dove la terra spinge avanti il limite, colà dimora amore che non muore: banale calembour di rime solite ciò non di meno, piena verità.
La terra interra la volgarità, sincera come il vino nelle mescite e quando e dove abbatte ogni dolore, amore esalta le sue danze esplicite
e via l'osceno intorno che tempesta. La terra, con il cuore, la sapienza, per una vita onesta, tanto basta
amore e per la terra mai funesta, la giostra della luna, l'abbondanza del mio raccolto ed è giorno di festa.
*
XI
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Chi merita, tra noi, la vita eterna e chi il piacere della compagnia? Resta oscurata questa mia lanterna nel gioco delle perle in agonia:
ma forse quel backup non fu completo
e stringhe di memoria in piattaforma
non quadrano per chiudere il segreto
della parola che rintraccia l'orma
di un palpito emotivo scardinato
dal mio make up che lento si discioglie colando in scie di tenebra e belletto
che cogita tra il detto ed il non detto, per consegnare dubbi sulle soglie del mondo nuovo non ancora nato.
*
XII
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Non resta più che il limitar dell'orlo poi oltre, nell'ammanco della cruna: