Se l'oggi potesse scegliere
le ragion della sua vita
-rosata Dafne, ciliegia incantata
acero ingiallito o caldo solstizio-,
ei sarebbe un giorno d'estate.
Carboncinea effige, vitale
campe e campagnole le strade
percorse dall'uomo coi frutti
del carrello migrante di paesi.
Ah il canto della cicala...
Due piccoli grumi di terra
dopo l'aratura teneramente guardandosi
vedon il comun filo crescere silenzioso
-la nostra piantina-
che il cielo delle diurne stelle
l'occhio scruta
e la fantasia librata
tocca forme di cuscini passeggeri.
S'egli potesse scegliere
sole rurale sarebbe:
del vecchio mattone in rovina
cura e luce farebbe
tra l'ombrose foglie dipinte
e l'aria scirocca
dove i rami si districano intorno.
Le seducenti more colpiscono il palato
intenso gusto alla bocca,
e dopo le divise strade attorniate
insieme assaporarne il piacere.
Se potesse scegliere
il giorno si farebbe panchina:
arrugginita solitaria nella controra
cantante delle nostre storie,
in lungo e in largo
del lieve riposo, il sogno de'contadini.
Ponte di fanciullezza
l'oggi è ora e per sempre:
un bucolico abbraccio
di virtù d'amore,
l'unico sentimento mio dolce
per te.
-Nando-
12/2/16
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