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Nuda

di Adielle
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Pubblicato il 20/08/2016 05:20:43

Scandalosa l'Odessa della schiena, nutre un suo debole per le fosse

le acque oscure delle ossa mobili

i triglifi vettoriali dai cardini elettrici e questi tendini

che scoprono le nocche

in ghirlande di ghiandole in fiore, ai tuoi seni che susseguono

a frequenze variabili il respiro segreto delle scapole

le ciocche sussurrano alle spalle il grigio nuvola nuova delle tempie.

Radice mia è la carne, essendo segno e simbolo di terra

la materia del mio inguine annaffia le piante

che non trovano posto nell'orto delle merci

dove si fanno i veri affari e nessuno se ne pente.

Altrove, sulle vele maestre dei pensieri, a più venti si affida il moto

per tentare la stanchezza di restare immobili a nuove pretese

magari cambiando idea su di te, sul resto del Mondo

o andando in cenere.

La notte che s'avventa come lupo solitario su una Luna purosangue

la leggenda del viandante che non riconobbe sua sorella per strada

quella volta che tornò a casa in tempo per le nozze

ma tutto si dissolve, anche le promesse davanti a testimoni

sette veli in una volta

per l'orrore degli dei che non amano sintesi al momento del giudizio

che saremmo noi senza le frizioni inibitrici

dello spirito contro la materia

energia e scorie prodotte per riempire i vuoti dello spazio

che la memoria include nei ricordi condannandoli per plagio.

Fosse anche che ti sbaglio, saresti uguale

spiegami perchè una volta certi quadri non li guardavamo

per paura dei rapimenti in pubblico, mistici e sensuali, e adesso invece

ci pervadono con immagini sfuse tutte uguali?

Le teorie che si avverano sono le meno diffuse, in pratica

Dio, per esempio, chi lo conosce?

Ma quanto è ladro l'occhio, ruba anche quello che non vede

così s'inventa una fede dal lato più oscuro delle cose.

All' ombra, il buio personale di ogni cosa

matura la distanza tra i colori

immaginare conquista spazi d'infinito

dimenticandosi che non si tocca

dove la distanza è troppa dalla materia del contendere

e i sensi non bastano per chiamarla per nome

questo mare aperto senza ventre.

Ma la forma che ci compie ha le sue sponde.

Non per questo smetteremo di farci le domande

con le stelle a portata di mano, appese al collo.

Ecco che torna la tua pelle

come dal lembo delle unghie

dal retro delle pupille

per sovvertire il senso delle frasi messe in fila

per ricevere l'estrema unzione ad una ad una

prima di dedicarsi alla deriva di un altro corpo.

Una vita dimenticata, una ancora da essere vissuta

che puoi pensare come involucro.


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