Scandalosa l'Odessa della schiena, nutre un suo debole per le fosse
le acque oscure delle ossa mobili
i triglifi vettoriali dai cardini elettrici e questi tendini
che scoprono le nocche
in ghirlande di ghiandole in fiore, ai tuoi seni che susseguono
a frequenze variabili il respiro segreto delle scapole
le ciocche sussurrano alle spalle il grigio nuvola nuova delle tempie.
Radice mia è la carne, essendo segno e simbolo di terra
la materia del mio inguine annaffia le piante
che non trovano posto nell'orto delle merci
dove si fanno i veri affari e nessuno se ne pente.
Altrove, sulle vele maestre dei pensieri, a più venti si affida il moto
per tentare la stanchezza di restare immobili a nuove pretese
magari cambiando idea su di te, sul resto del Mondo
o andando in cenere.
La notte che s'avventa come lupo solitario su una Luna purosangue
la leggenda del viandante che non riconobbe sua sorella per strada
quella volta che tornò a casa in tempo per le nozze
ma tutto si dissolve, anche le promesse davanti a testimoni
sette veli in una volta
per l'orrore degli dei che non amano sintesi al momento del giudizio
che saremmo noi senza le frizioni inibitrici
dello spirito contro la materia
energia e scorie prodotte per riempire i vuoti dello spazio
che la memoria include nei ricordi condannandoli per plagio.
Fosse anche che ti sbaglio, saresti uguale
spiegami perchè una volta certi quadri non li guardavamo
per paura dei rapimenti in pubblico, mistici e sensuali, e adesso invece
ci pervadono con immagini sfuse tutte uguali?
Le teorie che si avverano sono le meno diffuse, in pratica
Dio, per esempio, chi lo conosce?
Ma quanto è ladro l'occhio, ruba anche quello che non vede
così s'inventa una fede dal lato più oscuro delle cose.
All' ombra, il buio personale di ogni cosa
matura la distanza tra i colori
immaginare conquista spazi d'infinito
dimenticandosi che non si tocca
dove la distanza è troppa dalla materia del contendere
e i sensi non bastano per chiamarla per nome
questo mare aperto senza ventre.
Ma la forma che ci compie ha le sue sponde.
Non per questo smetteremo di farci le domande
con le stelle a portata di mano, appese al collo.
Ecco che torna la tua pelle
come dal lembo delle unghie
dal retro delle pupille
per sovvertire il senso delle frasi messe in fila
per ricevere l'estrema unzione ad una ad una
prima di dedicarsi alla deriva di un altro corpo.
Una vita dimenticata, una ancora da essere vissuta
che puoi pensare come involucro.
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