Si apre funerea la palude, gorgoglio smorto
filtrando tra le foglie morte, guida
consapevolezza che non stagna
l'esistenza: filo contorto
inebria e illude, però mai immobile
pur non compresa nel senso mai langue
ne sa colei ch'è d'Acqua
e della favella possiede il canto
delle conchiglie all'orecchio il muggire dei marosi
lo sgorgare di fonte nelle gole tra monti
la sferza fischiante dai bacini travolti dalla pena...
E'così che possiamo dire di averlo fatto nostro
il suo linguaggio di passione piena
come anche la paura che ci venga tolto.
Noi che temiamo di ammollarci nell'angoscia muta
ch'è condanna all'afasia: che, esplicare
soltanto adesso si possa, e mai più
e che rimanga indicibile, infine
l'atavico rimbombo per geni
vibrare del messaggio dallo sprofondo dei tempi
che la parola sia possibile e sufficiente
a noi viventi per condurci oltre le stelle
complessa materia onirica fino ed oltre
del chiarore il tormento e delle stesse il collasso.
23/08/2010 woodenship
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