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Discendenze (la parola)

di Salvatore Pizzo
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Pubblicato il 02/08/2016 22:27:36

Si apre funerea la palude, gorgoglio smorto

filtrando tra le foglie morte, guida

consapevolezza che non stagna

l'esistenza: filo contorto

inebria e illude, però mai immobile

pur non compresa nel senso mai langue

ne sa colei ch'è d'Acqua

e della favella possiede il canto

delle conchiglie all'orecchio il muggire dei marosi

lo sgorgare di fonte nelle gole tra monti

la sferza fischiante dai bacini travolti dalla pena...

E'così che possiamo dire di averlo fatto nostro

il suo linguaggio di passione piena

come anche la paura che ci venga tolto.

Noi che temiamo di ammollarci nell'angoscia muta

ch'è condanna all'afasia: che, esplicare

soltanto adesso si possa, e mai più

e che rimanga indicibile, infine

l'atavico rimbombo per geni

vibrare del messaggio dallo sprofondo dei tempi

che la parola sia possibile e sufficiente

a noi viventi per condurci oltre le stelle

complessa materia onirica fino ed oltre

del chiarore il tormento e delle stesse il collasso.

 

23/08/2010 woodenship


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