Pubblicato il 26/06/2009 12:16:56
In preda al terrore l’animo fuggiva dal vortice di parole che m’avvolgeva l’anima. Non temere, dicevano, solo un attimo e tutto svanirà, non ti lasceremo andare ma, sapevo, non più profumo di gelsomino ad accarezzarmi i sensi né poesie ad asciugar le lacrime. Attonita aspetto, e non vorrei proprio Lei a porgermi la mano, ma chi altri potrà togliermi il cuore? Il fluido gentile si sparse nelle vene e tutto apparve candido e, lieve il peso divenne. Con le mie gambe rincorrevo mia figlia, tornata piccola, l’avvolgevo fra le braccia buttandomi in terra e felicità inebria la mente e ora eccomi davanti ai fornelli, impasto farina e acqua e già sento il profumo delle tagliatelle,”sono qui!” grido, sulla carrozza che ci ha visto sposi, ricordi?18anni e tanta speranza, così innamorata di te, amore mio e, ritorna lei, la mia piccolina dai riccioli neri, il mio seno nutre il suo corpo e la sua anima, ella, il mio tesoro,ora la vedo, il suo primo giorno di scuola che emozione vestirla col grembiulino rosa e lasciarla per la prima volta ad altri. Cado, non vedo più le mie gambe, è solo un attimo, il cuore trema.. E’ la prima volta che entro in una facoltà universitaria, lei la mia piccolina sta per diventare “dottoressa”, mia figlia ce l’ha fatta e, io, per la gioia piango. Cado, aiutatemi, sto precipitando sempre più, in profondità. Una mano mi afferra, sospiro e la guardo. Sei arrivata, lasciami ancora un po’, ho bisogno di un loro sguardo, bisogno di un arrivederci. Non puoi. Ma, ti prego, portagli l mio amore, dì loro che andare via non è “non esistenza” dì loro che ogni mio sguardo resta su ogni loro respiro. Ora vedo, vedo me stessa, la metà di me stessa. Ero così stanca ed ora, finalmente, riposo.
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