a tutte le tue vittime
Se tu avessi scelto di rimanere
semplicemente un ragazzo tunisino
e non di farti terrorista
e la moschea fosse stata per te
la casa della tua anima
e lì in piedi con le mani vicino al capo
le palme aperte e rivolte in avanti –
non altrove come un invasato –
avessi pronunciato Allah akbar
allora chiusi gli occhi
avresti iniziato il vero viaggio
nella maestà di Dio.
E se con le mani incrociate sul ventre
avessi iniziato a pronunciare
la sura iniziale del Corano
ascoltando fino in fondo
il suono delle tue parole gentili –
anziché quelle tremende di odio –
nel tuo cuore sarebbe risuonato
il nome di Dio e avresti detto:
“Prendo rifugio in Allah contro Satana il lapidato”.
Allora uscendo dalla moschea avresti
fatto buone azioni in nome di Allah
il Compassionevole, il Misericordioso.
E se terminato il numero richiesto di raka’āt
seduto sulle caviglie avessi innalzato
al cielo queste parole:
“Ogni nostra adorazione,
ogni nostra preghiera,
ogni nostra buona azione è per Allah.
Pace, misericordia
e le benedizioni di Allah siano su di te,
o Profeta. La pace sia su di noi.”
Allora avresti compreso il significato
della pace.
Invece non è andata così
la tua anima non ha preso rifugio in Allah
e il Lapidato ti ha colpito
con la sua ira furibonda
destando in te odio e menzogna.
Se tu avessi ascoltato il suono
della tua voce nella moschea
e compreso il significato delle tue parole
non avresti preso quel camion
e saresti rimasto il ragazzo che eri
e avresti lodato Dio
con la tua vita
e Lui si sarebbe ricordato di te
al termine della tua corsa.
Note
Allah akbar: Dio è il più grande
Sura: Ognuna delle 114 ripartizioni testuali (grossolanamente “capitoli”) in cui è diviso il Corano.
Raka’at: Consiste in una sequenza di movimenti e parole eseguiti dai musulmani mentre offrono la preghiere a Dio.
Fonti: Wikipedia e www.sufi.it
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