Dov'è la sorgente del Gange?
Nel ghiacciao d'altura che ho dentro,
tra lo sterno e l'ombelico si estende;
da lì fluisce cristallino con interminabile
spontanea spinta, verso l'esterno, attraverso
le braccia, le gambe, il collo;
si ramifica percorrendo le dita,
esonda a terra, permeando
le piante dei piedi
e sgorga, dalla nuca, verso il cielo.
Dopo un sacro, non causale
girovagare, come nastro
che si annoda, si ricongiunge
al suono di un sospiro antico;
indi si sposa all'attrazione universale
che l'acqua ha verso l'alto, fino a
confluire nel blu dell'arcobaleno,
così raggiunge praterie di spuma.
C'è una sedia a sdraio, vuota,
guardata a vista da un Iris fulgido
e un tepore aromatico che
non invita al torpore.
Io sono qui, tu?
Le mani poni sui miei fianchi, sì,
hai odore e suono di
oceano e nell'abbraccio nostro
infine siamo del Bengala il Golfo.
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