Fedele compagna
mi è questa malinconia
come un male cronico
eppure sottile
e m'attraversa in ogni stagione
come perenne cielo d'inverno
densità grigia nel silenzio
che stancamente contemplo
ho nel cuore il sogno di un poeta
assassinato all'alba
ed ho nella mente
le ombre lunghe della sera
e il mio fiume è lento
tra le rocce
nel ricordo remoto
di un'impetuosa cascata
La dannazione perpetua
d'amare ogni dolce veleno
con cui la vita spesso mi alletta
frutto dalla tenera polpa
nettare poi contaminato
dal nocciolo amaro
succo che delude la bocca
la voluttà spesso tradisce il piacere
e lo corrompe in dolore
ed io sono splendida maestra
in questo processo alchemico
che non conosce antidoto
e conto le spine
rovi che han messo radici
nell'inquieto spirito mio
sono abbastanza per trafiggere
come nere stelle morte
il corpo della notte
che si stende su di me
come un amante senza amore
Non rattristatevi di queste parole
il cieco impara ad amare il suo buio
e forse più di altri persi nel sole
può scorgere la luce più rara
quella incompresa delle tenebre...
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