Non ti chiamo mai
Neanche ti saluto
Perché né ti perdo né ti ritrovo,
Anima mia!
Ho dovuto abbassare le serrande;
Ho chiuso la porta,
Assurdo,
Come a custodire dentro i sospiri,
Come per proteggerci
Dagli sguardi.
Folata a precipizio impietosa,
Alle spalle,
I capelli alzati sul collo le mani
Addosso, velluto ora sulla schiena
In tumulto, le gambe folli, folli, e folli
I sorrisi che spezzano,
Ti spezzano le ginocchia.
Fortunale sei arrivato a
Mettere a soqquadro
La cucina di casa mia,
Come vortice contrario
Che vibra attraverso le pareti
Le più intime
Pareti di questa Nostra Anima
Saggia, ma Libera, come
Un' Aquila, Fortunata lei nel Fortunale,
In pochi Immobili Istanti.
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