Pubblicato il 17/03/2010 13:09:11
Un pugno l’alba, il sole si prosciuga un lago l’ombra, ti ci tuffi dentro, specchio distante, anima affiorante abbarbagliato l’occhio che s’incentra. Oh cuore che t’accendi e ti consumi oh alba, oh sole caldo che consoli oh sera, quando il suono si confonde, sollevi muri ed impietrisci dentro. Oh notte, vecchia madre, obesa notte Puttana senza tetto, mio riposo Ventre-cuscino, soffice contatto, cancello di confine per contratto. Mescoli cielo e terra, fuoco ed acqua, il timido all’amante, il bianco a morte i suoni a voci grasse, i gialli sciolti da tinte accese a facce smorte e porte. Dona sostanza al futile, una sorte di soffio eterno, minutaglia d’uso per il consumo, con misura tipica. Riponi nel bicchiere il fiore d’alba e l’anima del fiore, il suo profumo e il seme e la sua musica lontana. Falla vicina da stamparne il suono, metti in un pugno vergine la nota, strizzane il succo primitivo, l’eco che frantumò, al vagito primo, il Vuoto.
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