QUASI ULISSE (Il proco e l'ancella)
Che trami la regina le sue trame infinite
nelle sue segrete stanze superiori
purch'io veda ancora
la sua bella ancella quando sale
ilare e ardita su per l'erta scala ...
Io, che per quanto fossi
stato vecchio e stanco
e incattivito dalle ferite della vita
o reso arguto dagli scherzi del Fato
Avrei creduto anch'io d'essere Ulisse
se al momento di partire anch'io
trovassi una ragazza in fiore
che mi dica
che mi amerebbe per sempre
se restassi e mi sorrida
fino a che perfino io \ ci creda
.....
Ma cos'hanno da urlare con tanto furore
stasera questi cani alla luna?!
Tanto più che stasera nel cielo
la luna non compare neppure
Ho paura che accada qualcosa
o che arrivi qualcuno
Ma tu non mi credi e ancora sorridi
.....
Ma chi tese il grande arco
obsoleto e disuso
alle mie spalle ... e chi rise !?
E chi appese la mia bella
tra le ancelle appese
come colombelle su un carniere
... E chi non rise ?!
Adolfo Sergio Omodeo
Pubblicato in Aa. Vv. "Trofeo Umberto Montefameglio 2012-2013" ed. Montedit
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