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Ottava rima

Argomento: Letteratura

di Roberto Mosi
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Pubblicato il 17/08/2011 17:04:25

Ildivertimento dell’ottava rima

 

     Ci piace soffermarci sulle meraviglie dell’ottava rima.

     “Sebbene nel corso dei secolisiano stati utilizzati i più disparati schemi di rime per strofe di otto versi, è possibile individuare due principali tipi di ottave nellaletteratura italiana: l’ottava siciliana e l’ottava toscana.

      Lo schema ritmico piùutilizzato è quello dell'ottava a rima toscana, detta anche ottava o stanza, èuna strofa composta di otto endecasillabi rimati, che seguono lo schema ABABABCC, quindi i primisei endecasillabi sono a rima alternata, egli ultimi due a rima baciata ma diversa da quelle dei versi precedenti, euguale a quella del primo verso dell'ottava successiva “ (Wilkipedia).

     Riprendiamo due esempi di ottavarima dalle esperienze dell’amico Renato Simoni.

     La prima esperienza riguardal’intervento di Renato – noto ciclista -  in occasione della presentazione del libro“Florentia” (R. Mosi, Ed. GazeboLibri, Firenze 2008), alle Giubbe Rosse .

 

Florentia

 

Sei, Firenze, la mia città natale,

detta Florentia, da remota altezza,

che al mondo hai sciolto il nodo universale

dei parametri d’umana bellezza.

In veste di cittadino globale

rifletto, sulla via della vecchiezza,

certo che la mia anima ha arricchita

viver tra le tue mura la mia vita.

 

D’ingegno umano la vista è nutrita

in mezzo ai monumenti ed ai decori,

negli interni la volontà è rapita

negli affreschi dai nitidi colori.

Non s’è ricchezza nel tempo smarrita

e son raccolti nei musei i tesori

che alla cittadinanza fiorentina

affidò l’Elettrice Palatina.

 

Le sono grato: ricca è la vetrina

degli avi che ne fecero la storia.

Diversa è nel presente la dottrina.

Prima all’arte affidavano lor gloria,

ora ti usano come una latrina,

di te fan merce con spocchiosa boria.

Quelli ci hanno lasciato il tondo Doni,

questi intasan le vie con i gipponi.

 

Oggi han nome Ligresti, Biagi e Cioni,

non dormon nelle celle di San Marco,

ti guardano bottino da predoni,

non lascian nulla, fosse solo un parco.

Son sottosopra da molte stagioni

le vie, sempre ingolfate e senza varco.

Non so se riuscirò in vita mia

a veder circolar la tramvia.

 

Penso sempre rasenti la follia

spostarmi ovunque con la bicicletta

tra buche e toppe sparse per la via

immettendo ai polmoni aria infetta.

Nel fare il mio bilancio tuttavia

la mia sentenza è chiara, salda e netta:

sono felice e ringrazio il destino

d’avermi fatto nascer fiorentino.

 

    Laseconda esperienza riguarda la partecipazione di Renato insieme ad un gruppo diamici fiorentini al Festival della Letteratura di Arezzo nel giugno 2009:

Ecco qui un bel gruppo fiorentino
di giovani nella città d’Arezzo.
Nessun riferimento a Campaldino
quella storia s’è chiusa da un bel pezzo!
L’unica cosa per cui siamo minacciosi
è la presentazione delle poesie del Mosi
con la domanda alle vostre coscienze:
“Non è una fortuna vivere a Firenze ?”.

 

      Nell’occasione di questapresentazione il pubblico aretino è stato preso come per mano, per visitare iluoghi noti e meno noti di Firenze, dal centro alla periferia, seguendo il filodelle poesie di Florentia. Alla fine della perfomance Simoni ha cantatoa pieni polmoni, con un certo coraggio:

 

Ed ora ch’è finita la lettura
davanti a voi faccio le riverenze
ma certo sostengo con voce sicura
ch’è una fortuna vivere a Firenze !

 

 

Roberto Mosi

 

 

 


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