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Uno strano incontro

di Arcangelo Galante
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Pubblicato il 30/09/2017 07:40:42

Era una giornata luminosa. Il treno si era appena fermato nella stazione di un piccolo paesino situato in alta montagna, in una Regione del Nord Italia. Tra i pochi passeggeri presenti, spiccava una tipetta alquanto stravagante: la signorina Gemma.
Tra la gente del posto, immediatamente, si diffuse la notizia che lei aveva portato con sé trenta bauli e dieci gatti. In realtà, i bagagli erano solo venti e gli animali da compagnia, cinque, ma è risaputo che le persone chiacchierano e, tra una parola e l’altra, le cose assumono proporzioni ben superiori, ingigantendosi.
La signorina si diresse subito verso l’unica agenzia immobiliare del paese, peraltro già contattata in precedenza telefonicamente, e lì ribadì la sua necessità di trovare una dimora carina, con tutti i confort del caso ed un bel giardino per i suoi amati micini. Ovviamente, la casa doveva essere piuttosto lontana dal centro abitato ed abbastanza isolata, al fine di poter godere di quella agognata tranquillità che Gemma andava cercando.
Occorsero tre giorni e tre notti, in quanto la scelta si dimostrò più complessa ed esigente del previsto. Visitò quasi tutte quelle disponibili, ma nessuna sembrava fare al caso suo; le speranze andavano affievolendosi, quando, finalmente, Gemma adocchiò una meravigliosa e piccola cascina azzurra, su cui spiccavano giallastre persiane ed attorniata da grandi alberi di meli in fiore. Osservandola più attentamente, istintivamente decise che era proprio quello il posto ove voleva stare.
La casa era una sorta di attrazione nel paese, poiché, inspiegabilmente, i grandi meli avevano una fioritura permanente. Non fiorivano nei mesi primaverili, come tutti i meli delle altre campagne, ma i loro bellissimi e candidi fiori profumati di rosa, resistevano al caldo asfissiante dell’estate, al primo freddo autunnale, all’inverno rigido e gelato ed al vento birichino della primavera.
Molti turisti arrivavano da ogni dove per ammirare i maestosi e superbi meli, ricoperti da una soffice e bianca neve, o subito dopo una violenta grandinata.
Da lungo tempo la casa non veniva più affittata; nessuno osava infrangere quel meraviglioso incantesimo: ci voleva proprio quella presuntuosa signorina di città, giunta a sconvolgere la quiete del nordico paese! Moltissima gente si chiedeva chi fosse mai quella donna, all’apparenza così impettita, mai un sorriso od una chiacchiera con qualcuno, solo frettolosi saluti. L’unica cosa certa è che aveva dato una ventata di freschezza alla quotidianità di quel campestre scenario.
Insomma, per farla breve, alla fine Gemma si stabilì nella casa dei grandi meli, ci portò molte provviste e per diversi mesi nessuno più la vide.
Una mattina, però, si svegliò di soprassalto: un enorme fracasso arrivava dall’esterno della casa: Gemma guardò dalla finestra e scorse Giovanni, un venditore ambulante che, con il suo furgoncino sgangherato, le voleva offrire le merci più svariate: dal vestito a fiori che aveva già acquistato in città tre giorni prima, all’ultimo modello di macchinetta per il caffè, sino ad un nuovo prodotto per lavare il bucato.
- Cribbio! - sbraitò, pensando tra sé e sé di tornare immediatamente sotto le coperte, per recuperare il sonno perduto.
Ma quella mattina ci ripensò ed uscì dall’abitazione con la voglia di fare due chiacchiere.
Incuriosito da quella presenza, il mercante le domandò che cosa facesse sempre chiusa in casa. Lei rispose:
- Scrivo emozionanti storie per coloro che sono stati dimenticati dal mondo - e, notando lo stupore dipingersi sul volto di Giovanni, proseguì ancora affermando:
- Sono una scrittrice.
- Accidenti! - deglutì l’uomo, ammirato.
La signorina si fece coraggio e iniziò a narrare la sua storia.
- Avrei già dovuto essere rinomata, avendo lavorato duramente per tanti anni. Avevo scritto racconti bellissimi, anche più di mille. Poi, la mia migliore amica se ne impadronì e, tramite un editore compiacente, li pubblicò col suo nome - aggiunse Gemma, non riuscendo a trattenere le lacrime.
Anche Giovanni si commosse e, sforzandosi di mantenere un tono autoritario, disse:
- Signorina Gemma, nessuno le ruberà più nulla, perché io la proteggerò!
E così fu: ogni nuovo dì, lui si recava alla casa dei grandi meli che, essendo assai sensibili all’amore che la scrittrice nutriva per le proprie opere, erano divenuti complici impensabili: la natura sente l’amore e la creatività umana e, se e quando può, dona tutti i suoi frutti a coloro che ne sono pianamente degni. Sorvegliando ogni cosa, Giovanni stava attento che nessuno si avvicinasse, né disturbasse l’atmosfera necessaria alla donna per creare nuovi racconti.
Nel frattempo, in tutto il paese, ma anche in quelli vicini, si era sparsa la voce che la signorina Gemma era una grande scrittrice ed a parecchie persone era nata la curiosità di leggere qualcosa.
Qualche giorno prima delle festività natalizie, gli abitanti del posto decisero di fare una gita fuori porta, per salutare Gemma e dare una sbirciatina alle sue sentimentali avventure, ma quello che videro fu più sorprendente di tutto il resto: un bellissimo fiocco celeste, appeso sull’uscio di casa, che spiccava in bella vista.
Ebbene si! Tra una chiacchierata ed un buon thè caldo, Gemma e Giovanni s’erano guardati troppo spesso negli occhi e si erano innamorati a tal punto, da unirsi così tanto, ma così tanto, che nacque un bambino: un piccolo poeta, scrittore, narratore? Chissà! Forse si, forse no.


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