Scivola il tempo dalle nostre mani,
la torre dell'orologio splende come un faro
tra stelle indifferenti.
Gli amanti si chiamano imitando i cani,
le strade vuote luccicano dai vetri
avvolte in echi di assoluti morenti.
E le speranze, le delusioni dove sono?
Dove le disperazioni eterne?
Sono come lucciole tra i rami
nelle sere di agosto,
stille di fuoco al culmine del buio.
Sussurri incerti sfumano nei vènti.
Dopo la notte si riaccende il Sole
illuminando il guscio delle cose,
scintille ed ombre, significati stanchi
e solitudini assopite nel giorno.
Squillano nel ricordo frammenti di sogni,
fragori di giostre e giardini dimenticati.
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