L'arcadia della mia giovinezza è una tomba per le lucciole
Miyazaki docet e suoi riverberi contrastati, lumi e ombre
a confondere i nomi si fa sempre in tempo anche domani
e rottamare l'antico Egitto per una gita sul lungolago di Gardaland
sarebbe la scelta migliore se non fossero le piramidi
ad organizzare le rotte stellari con casa sui Navigli, Alda Merini.
Una fotografia fa i conti col tempo, uno specchio per gli addii.
Vuol dire che quello che siamo stati non torneremo ad esserlo
fusi orari che distraggono e pantomime per lo scheletro.
Endocrino, interno agli assilli del costato, il perimetro animato
langue a sua crudele misura. La voglia brancola nel buio.
Nel bianco e nero lubrificato. Nella percezione permanente
di un passaggio di stato svelato dal profilo.
Così mi presento, all'avanbraccio
potato male come un'aiuola della villa comunale.
Salpato da un angolo, inchiodato sul tavolo dalla camicia industriale.
Sono io meno che niente, sono io presente a voi stessi.
Come quella storia che non ci si bagna mai
due volte nello stesso fiume per l'acqua corrente.
Con le rondini strette ai polsi da un laccio per le vene
e gli occhi diversi dalla pressione delle nocche.
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