Quando tutti dormono lascio che l'emorragia interna dei miei pensieri
faccia il suo corso in rottami fuori tempo
che nessuno li senta a parte me è il privilegio cui ambisco
perchè nessuno ne soffra e solo io sia responsabile
per un dolore non condiviso.
Non mi appartiene il silenzio come non mi appartiene un lascito minore
di consegne allo scalpo delle vene
infatti ogni singolo rumore si amplifica di senso
a consolidare false credenze e condizionate paranoie.
Una musica distante può giovare alla resa della resa dei conti
non convenzionale anestetico una clausura concordata con il Mondo.
Allora il comportamento diventa fondamentale
perchè il corpo non mente
e le azioni si piegano alla volontà principale.
Sono stato un ottimo osservatore di ciò che mi circonda
ma adesso la necessità di guardarmi dentro
mi costringe ad un egoismo claustrofobico
vogliate perdonarmi se non tolgo il disturbo
che equivarrebbe ad un suicidio generoso dell'anima
in dono alla morte
un sacrificio di petali e spine.
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