Pubblicato il 12/03/2016 17:31:47
La natura mi scorre dinnanzi: zolle ghiacciate e scheletri bruciati, senza foglie, si stagliano su un cielo di cotone. Ovunque trasuda gelo ed inesorabile torpore. Ma ho caldo al cuore e sorrido, certa di un prossimo risveglio, di nuova vita e sempiterna felicità. Perché il canto di grate creature rinverdisce l'erba e l'adorna di perle, invoca ed ottiene nuove ere fruttifere, riconverte l'umana condizione all'amore. Già fra il bruno sconforto irrompe un filo verde, germoglio che torna dalla morte, speranza che il cammino sia migliore.
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