Così lo udii pregare:
«Oggi nasci.
Ne sei sicuro?
Lasci un placido lago tra le tenebre
al prezzo d’un respiro.
Sottili palpebre
sono la distanza fra te e il sole.
Così - raccontano – un guscio denso, opaco
di greve materia si schiuse nel buio
ringhiò e fuggì uno scoppio di luce.
E accalappiò lo spazio
col guinzaglio del tempo
e furono galassie, stelle, alberi, mare.
E chiamarono quella vastità
inesplorata intoccabile
il nulla.
Da quella pienezza tu giungi
da dove tutto è incompiuto
e galassie, stelle, alberi, mare, uomini
gli uomini
sono il nulla che dovrai esplorare.
Tutto, conoscerai tutto
la sua sterminata nullità.»
Si deterse la fronte, pianse e svanì.
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