Sono partito da Altrove,
ho attraversato mari e crepuscoli,
disseppellito luoghi, sulle tombe,
mi sono presentato ai Poeti;
ho rubato i colori mentre
mi ornavano con nero fumo
il cuore per dipingere la tela.
Loro sono la coperta, quando
si fa notte: si spegne tutto,
s’accendono dolce Tenebra
ed i pensieri d’incenso vicino
al respiro caldo come brace,
ai naturali sbuffi simili a colline
d’oro, al paradiso liscio dell’amata.
S’accende la spuma rosa dei sogni:
sottoterra un rumore di ferri,
l’io verde-cavolo e l’inconscio blu
duellano. Tra i fili d’erba, sotto
i cappelli rosei della primavera,
conosco e poi sono il Trismegisto.
E Tenebra si scopre dai lunari sogni.
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