Ecco lo sguardo in punta di piedi. A un passo da me.
Suoni fitti densi - puntellano l’aria. È il magma del mondo che muore sincero, un fiore abbattuto, lo stemma impolverato
delle persiane di fronte, sotto ai miei piedi.
Vola tutto, lieve - stridendo geme, via
dalla finestra, dal mattone, dalla città,
quello che io so di te, le congetture, gli spazi nulli di un incontro
che batte come un orologio globale, tutto è per un momento
fermo, tutto è per un momento fievole brina - aria che è goccia
sulla mia fronte, tu che prendi un’altra strada,
io che torno a fissare la mia.
Di nuovo occhi bendati, per me;
il sussulto è durato poco, e per caso
sapere che si è in vita.
Ora sarai per scendere dal treno
io rivivo il vagone che parte dieci,
cento volte: qualcosa stride - le rotaie,
l’aria, qualcosa di te che mi è rimasto intorno -
e per me sarà sempre
come se tu te ne fossi andato da un momento.
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