Le vesti che tenevo strette in mano
mi scivolarono nell’oscurità
(questione d’un attimo
credo)
mentre osservavo come onde
ogni mio suono farsi suono
ed allontanarsi in silenzio
sibilano quiete espressioni
nel vento accanto a me
e sia benedetta questa polvere
ogniqualvolta non ho luogo a posare la mia mano
In certi giorni puoi udire
il suono delle foglie che cadono
come pensieri che cadono
silenziosi
Non v’è piacere nel rimanere soli
nel contarsi certezze
quando sotto il tappeto di foglie cadute
come unghie
cresce gelo per assenza di tracce d’erba
La sorpresa dell’amore sta riflessa sui molti cuscini
che ogni uomo ha toccato
io ne scavo l’onda
e ciò non produce alcun suono
alcuna ipotesi di lamento
sulla quale fare assegnamento per giocare
nascondersi
alcuna ipotesi diritta come strada
dove fermarsi in attesa del biglietto
per il ritorno dentro casa
dentro una stanza
dentro se stessi
Dalla finestra abbracci
ad ante spalancate
un mondo freddo come neve
solido ma sperduto come neve
dove trovare inciampi è facile
come raccogliere uno sguardo
ma sènz’alcùn rumore
nel silenzio d’un vento ormai rappreso
appunto
(tratta dalla raccolta autopubblicata come samizdat
"Pensieri sovrapposti e senza un ritmo preciso"
richiedibile all'autore)
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