Non t’agitare, tanto qui possiamo solo sospirare.
Qua non c’hai niente a che fare cu picciuli e avvocati.
Nudo tu e nuda io, nudi di fronte a Dio.
Quello che non t’ho potuto dire tra i vivi, te lo dico qui,
davanti ai lumini dei morti.
Te ne sei andato dalle magàre, con tutto ch’ero ormai per conto mio, pagasti a “Chicchina a strolaga” p’ affatturari a mia.
Bella figura, tu, che ti sentivi un “uomo d’onore”!
Volevi fare morire tua moglie con le magàrie!La madre dei tuoi figli.
Nove figli, nove peccati capitali, uno all’anno quasi, e quattro aborti,
mi mettevi incinta per forza e senz’amuri: chi lo sa, mischina!, tra parti e aborti, poteva capitare la disgrazia: -Marò! Marò!, quattro lacrime per faccia di mondo, tre mesi di lutto, e il vedovo si nni priò.
Mi dispiace, non t’ho potuto accontentare, ero ancora troppo giovane e forte.
da, In città al tramonto, Come finì la guerra tra Marò e Fifì
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