Aleggiare di canti, nell'andare
alterno dei cieli, messi gioiosi,
avvolgete le candide piume
che viene la notte, solita,
incline a chi ascolta,
ferma senso e lancette,
libera l'anima.
Ma l'ora più avvezza
rimbalza precaria e vacua,
l'ali tarpate stagnano
sulle folte antenne,
tacciono i cieli,
una coltre di nubi s'addensa
di squallido grigio.
Stinto ogni colore
si restringe la vita
a collo di bottiglia.
Gira la ruota e tira
i remi in barca il fiato corto
con la sua rete vuota.
Tornano verdi fronde a soleggiare,
il mare ripiglia l'orizzonte.
Se meraviglia è l'uomo, è idea
che s'approssima al fine
riunendosi in volo,
ch'altro intelletto imbriglia.
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