Voglio immaginare la tua prigione, Ashraf
e le pareti tappezzate dai tuoi pensieri
e dai versi che progettano di assassinare assieme a te.
Voglio immaginare il tuo duro letto, Ashraf
il cuscino con le tracce dei tuoi incubi
dei sudori dei sogni spezzati.
Voglio immaginare l'umile ciotola, Ashraf
dove bevi acqua e ringoi le parole
che tentano di strozzarti nella gola.
Voglio immaginare la porta della tua cella, Ashraf
dove s'infrange il tuo grido di uomo libero
che potere superstizione follia hanno soffocato.
Voglio immaginare che la Poesia vestita di luce, Ashraf
venga a consolare le tue ore disperate
come un tempo la Filosofia nella cella Di Boezio.
Voglio immaginare il finestrino della tua prigione, Ashraf
dove entrino le nostre voci di sdegno e di commozione
contro gli dei falsi e bugiardi di ogni religione
che cospiri contro i sacri diritti dell'uomo:
la vita la pace il lavoro la libertà
la Poesia.
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