Pubblicato il 15/04/2013 20:09:09
Guardavi il lago quella mattina d’inverno e i tuoi pensieri sincroni ai miei li accarezzai a distanza nel vento.
Colsi la tenerezza dei tuoi occhi quel giorno e la nostalgia biancheggiava fra le onde all’orizzonte attendendo le rondini ed il loro ritorno.
Lo sguardo tuo assorto e profondo seguiva il fremito d’ali dei gabbiani e ponti di luce e speranza protesi verso il futuro erano le tue belle mani.
Scrutavi il lago con la malinconia di un re in esilio quel mattino. Nella rosa d’inverno delle nostre tenere ore ti fui vicino
e in un empito crescente d’emozione fosti per me una musica costante, la voce senza fine dell’amore.
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