Con gli occhi volti
verso l'imbrunir della sera,
tra le verdi fronde degli alberi
scorsi piccole luci in festa.
Irradiata da un candido bagliore
di pura luce, più bella del sol
del vespro.
Lacrime argentate cadono dal cielo,
sembrano fredde,
con tenue luce
rischiarano gli sguardi persi nel vuoto.
Assaporo quel sospiro di nuova vita,
mi perdo nell'eternità,
nell'eterna perfezione
di quel momento.
Abbandonato,
ormai pallido
il freddo corpo, di una luce
più calda, più tangibile
ai sensi dell'uomo.
Riscopro l'abbraccio
desiderato nelle notti d'inverno,
quel sorriso cercato nei piccoli gesti,
quello sguardo fisso nel nulla
che nonostante tutto
continua a cercare
invano
un senso a tutto.
Lontano nel ricordo,
questo rimane,
i passi marchiati sulla sudicia terra,
le carezze, i sorrisi, i pianti
e il nostro perdersi negli occhi dell'altro.
Non resta altro
che il ricordo
di tutto ciò
che è andato perduto.
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